il terzo declassamento «causato dall’incertezza dell’Eurozona». Saccomanni: agiscono in branco
Alla fine anche Fitch fa calare la scure sull’Italia. E, dopo Moody’s e Standard & Poor’s, declassa il rating sovrano di un gradino, portandolo ad “A+” da “AA-“. È la prima volta da cinque anni, dall’ottobre del 2006, che Fitch colpisce il nostro Paese, al quale assegna anche un outlook è negativo. Questo significa che potrebbe esserci una ulteriore bocciatura, tenuto conto che per l’agenzia ci sono forti preoccupazioni per la condizione di «vulnerabilità» dell’Italia all’escalation della crisi dell’eurozona. In altre parole, il giudizio di Fitch non è altro che la valutazione del temuto effetto contagio della crisi del debito soprattutto per quei Paesi che soffrono una cronica debolezza della crescita: tanto che, assieme all’Italia, nel mirino di Fitch sono finiti oggi anche Spagna e Portogallo. Madrid ha subito una bocciatura di due notch (gradini) da “AA+” ad “AA-“, sempre con outlook negativo, mentre per il Portogallo rimane il rischio di un taglio del rating a junk (spazzatura), dopo che ad aprile il Paese è stato declassato a ’BBB-’, ossia all’ultimo livello d’investiment grade.
La mossa di Fitch su Roma segue di appena 3 giorni il downgrade dell’Italia da parte di Moody’s e di neanche un mese il taglio deciso da Standard & Poor’s il 20 settembre. Per tutte la bocciatura si deve alle preoccupazioni per la debolezza della crescita economica dell’Italia, che rende più difficile ridurre il debito. Per Palazzo Chigi, anche questa volta si tratta di una decisione «annunciata», ma che «si differenzia da altri giudizi di rating» perchè Fitch mostra apprezzamento per gli sforzi di risanamento e giudica «raggiungibili» gli obiettivi di deficit. «Le agenzie di rating agiscono in branco – commenta il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni – vanno tutte nella stessa direzione e nello stesso momento», e per questo, «un altro downgrading non cambia il quadro».
Ma se è vero che Fitch apprezza l’impegno dimostrato dall’Italia con il varo della manovra supplementare, le nuove stime dell’agenzia segnalano «un quadro macroeconomico più debole e un potenziale rallentamento implica che gli obiettivi di bilancio del governo per il 2013 potrebbero non essere centrati».
Per di più, «l’iniziale risposta esitante del governo italiano all’allargarsi del contagio – precisa l’agenzia – ha eroso la fiducia del mercato nella sua capacità di riuscire a traghettare l’Italia attraverso la crisi dell’euro». Il riferimento è all’attacco della speculazione di questa estate che ha costretto la Banca centrale europea a comprare titoli di Stato italiani per frenare la corsa record dello spread tra Btp e Bund. Insomma, per Fitch l’Italia è troppo «vulnerabile» agli scossoni di «una crisi che costituisce un significativo shock finanziario ed economico che ha indebolito il profilo di rischio sovrano dell’Italia». E a peggiorare le cose c’è lo sbando fra leader e autorità dell’euro, per cui «una soluzione della crisi credibile e generale è complessa politicamente e tecnicamente, e ci vorrà tempo per vederne l’attuazione e riguadagnare la fiducia degli investitori». Fino ad allora, l’Italia dovrà riuscire a cavarsela nel difficile compito di finanziarsi sul mercato a costi sostenibili. Se così non fosse Fitch dà per certo che, essendo l’Italia un «membro core» della Unione monetarie europea, «in extremis la Bce e/o il fondo di salvataggio Efsf, e il Fondo monetario internazionale» si mobiliteranno «per prevenire una crisi di liquidità».
Lastampa.it – 7 ottobre 2011