Il Sole 24 Ore. Come nei primi mesi della campagna vaccinale dello scorso inverno l’Italia rischia di ripiombare nell’incubo dei vaccini contati ora che deve decollare la campagna delle terze dosi. Fino a fine anno tra dosi già nei frigoriferi (8 milioni con gli ultimi arrivi di ieri) e quelle annunciate dal commissario Figliuolo per dicembre (altre 8,6 milioni) l’Italia avrà circa 16 milioni di potenziali iniezioni da poter effettuare a fronte di una platea di oltre 14 milioni di italiani pronti ad allungare il braccio.
Tra l’altro c’è un altro effetto inatteso da questa apertura così anticipata per la terza dose agli over 40 (con solo 5 mesi di attesa minima) e cioè che al momento gli anziani – le fascia più a rischio di avere forme gravi o addirittura il decesso a causa del Covid – sono ancora ampiamente scoperti dalla terza dose. Tra gli over 80 – i primi a fare le vaccinazioni dopo i sanitari – quasi il 60% non ha ancora ricevuto la nuova iniezione. Tra gli over 70 addirittura solo l’11% si è coperto con la dose booster e soltanto l’8% tra i 60 e i 69 anni. Eppure per gli anziani una nuova protezione è necessaria come dimostrano i dati dell’Istituto superiore di Sanità sulla protezione del vaccino che dopo 6 mesi comincia a perdere efficacia: lo scudo contro le forme gravi scende infatti all’80 per cento. E infatti si cominciano a vedere le ospedalizzazioni anche tra i vaccinati anziani che sono la stragrande maggioranza: tra gli over 80 circa un terzo dei ricoveri (sia in terapia intensiva che negli altri reparti) si registra tra chi è stato immunizzato con doppia dose da oltre 6 mesi.
Il rischio di lasciare indietro i soggetti più a rischio è quindi concreto anche perché l’intenzione del Governo di aprire le vaccinazioni a tutti, anche gli under 40, sarebbe ormai imminente. In questo caso già a inizio del 2022 la platea si allargherebbe ancora di più.