Settecento “patentini” già assegnati, circa 500 domande ancora da passare al microscopio, altre mille nel limbo del perfezionamento, 142 bocciature e 7 rinunce, per un totale di 2.388 tentativi.
Si descrive così lo stato dell’arte del pool provider, nel cantiere nazionale Ecm, a tre mesi di distanza dalla definitiva chiusura del sistema di accreditamento degli eventi che a partire dal 2002 ha garantito il percorso della formazione continua ai professionisti della Sanità pubblica e privata, oltre un milione di operatori.
I dati aggiornati sono andati in scena oggi in occasione della terza Conferenza nazionale sulla Formazione continua in medicina inaugurata a Cernobbio per fare il punto sui risultati raggiunti dal programma Ecm nel suo primo anno a regime e analizzarne le criticità e sono ampiamente trattati su Il Sole-24 Ore Sanità n. 39/2011 in distribuzione da domani.
«L’accreditamento dei provider ha segnato un passaggio fondamentale del sistema Ecm. Ora serve un’impalcatura di regole e comportamenti che non possono essere oggetto di parzialità in quanto l’accreditamento nazionale o quello regionale non può favorire l’una o l’altra appartenenza. Possono esserci elementi di flessibilità, ma non devono essere oggetto di facilitazioni da parte degli enti accreditanti», ha scritto il ministro della Salute Ferruccio Fazio in un intervento pubblicato nella rivista dell’Agenas «Monitor», interamente dedicato all’evento Cernobbio, motivando i contenuti dell’accordo Stato-Regioni 2010-2012 sull’Ecm, giunto agli ultimi ritocchi proprio in occasione della Conferenza di Cernobbio. «La qualità del prodotto formativo – dice – non può essere oggetto di tolleranza».
«Il nuovo accordo mira a definire l’omogeneità dei sistemi di accreditamento nazionale e regionale/province autonome, adottando le Linee guida per la definizione di Manuali per l’accreditamento dei provider che, oltre alla Commissione nazionale, deve essere adottato dalle Regioni e dalle Province autonome», ha spiegato il segretario della Commissione nazionale Ecm, Maria Linetti.
Tra i 706 che hanno già tagliato il traguardo, la fetta più sostanziosa è rappresentata da società o enti privati (406 in tutto) e dalle società scientifiche e associazioni professionali del settore (122). Seguono in ordine sparso case editrici scientifiche (40), Ordini e collegi (25), Fondazioni (14), Università (13), aziende sanitarie (10), Irccs ed enti pubblici (16 in tutto), istituti scientifici del Ssn e Izs (13) e una struttura di ricovero privata (1). La maggioranza dei provider (310) punta ad accreditare tutte le tipologie di formazione – a distanza, residenziale e sul campo – 177 hanno scelto solo la formazione residenziale, 131 residenziale e sul campo. Mentre sono appena 15 gli “specialisti” della Fad. Per quanto riguarda invece le professioni destinatarie della formazione, i provider “generalisti”, abilitati ad accreditare eventi per tutte le professioni, sono per ora 589, mentre 93 hanno scelto di puntare la propria offerta formativa sui medici, 60 sugli infermieri, 41 sui farmacisti, 42 sui fisioterapisti e 24 sugli odontoiatri.
Per tutti sono già in pista le nuove regole previste dal Manuale della qualità messo a punto dall’Osservatorio nazionale e fornito come ferro del mestiere agli operatori designati da Ordini, collegi e associazioni professionali che – dopo aver partecipato a un corso sperimentale – sono stati spediti a effettuare l’auditing presso un campione di provider selezionato con criteri di casualità, così come il Comitato di garanzia ha già avviato le verifiche a campione nei confronti dei provider che si avvalgono degli sponsor.
Sanita.ilsole24ore.com – 17 ottobre 2011