Bussolengo, pop corn alle scimmie e maglioni ai leoni. Olio sugli ippopotami del Parco Natura Viva per evitare che la pelle si screpoli. Ma a Venezia si cammina sull’acqua ghiacciata.
Coperte e maglioni di lana ai leoni, tisane calde e pop corn agli scimpanzé e perfino l’olio per evitare che agli ippopotami si screpoli la pelle. Anche al Parco Natura Viva di Bussolengo si deve fare i conti con l’ondata di freddo siberiano che ha investito l’Italia. Perché il gelo non mette in difficoltà solamente gli esseri umani. Anche gli animali del grande zoo veronese devono fare i conti con la temperature rigide. Per alcuni, come la tigre siberiana e il lupo, l’inverno è un toccasana. «Il freddo li diverte, giocano e si muovono di più perché lo preferiscono di gran lunga al caldo torrido dell’estate», spiega Camillo Sandri, direttore tecnico e veterinario della struttura. Qualche precauzione in più, i gestori del parco faunistico si sono invece ritrovati a dover adottare per gli animali africani e asiatici. Per quelli abituati al sole tropicale, il vento gelido e la neve di questi giorni sono difficili da affrontare. «Per garantire il benessere degli animali abbiamo adottato alcune precauzioni. I ricoveri interni dove trascorrono buona parte della giornata, sono dotati di riscaldamento a pavimento. È il caso, ad esempio, delle serre per le tartarughe delle Seychelles. E riscaldate sono pure le stalle degli ippopotami ». Proprio per questi ultimi animali è stato necessario intervenire «cospargendoli con dell’olio di lino per evitare che la pelle si screpoli a causa del freddo».
Per molti animali è cambiata anche la dieta, in modo da fornire maggiori quantità di calorie e proteine. «La carne è più grassa e gli alimenti vengono riscaldati», spiega Sandri. I più coccolati sono gli scimpanzé. «A loro diamo delle bottigliette di plastica riempite di tè e tisane calde, oltre a pastasciutta e riso. Alcuni sono pigri e non vogliono uscire dal rifugio: per convincerli dobbiamo allettarli con del pop corn, di cui sono golosi, che viene sistemato all’esterno ». Per riscaldare gli animali, i gestori del parco hanno distribuito perfino dei maglioni di lana e delle coperte. «Leoni e leopardi li trascinano nelle tane. Le scimmie li “indossano”, mettendoseli sulle spalle in modo da coprirsi esattamente come facciamo noi umani». Ma se per contrastare il freddo siberiano gli scimpanzé di Bussolengo possono contare su un pasto caldo e un rifugio riscaldato, i pesci del mare non hanno scampo. Ieri a Venezia è stata registrata un’eccezionalemoria di cefali: centinaia di esemplari sono affiorati nel canale della Giudecca. L’ipotesi più probabile è che a ucciderli sia stata proprio l’acqua gelata, dimostrata anche dal ghiaccio che riveste alcuni tratti della laguna sul quale i veneziani, ieri, hanno potuto provare l’esperienza di camminare sul mare. «Con la bora di questi giorni, la laguna ha raggiunto temperature che da tempo non si registravano. Ci sono dei veri e propri picchi di freddo, repentini e improvvisi », spiega Luca Mizzan, direttore del Museo di storia Naturale di Venezia. «L’acqua di Venezia si raffredda più di quella del mare e sotto alcune temperature i pesci non sopravvivono».
La responsabilità potrebbe essere anche delle navi, almeno secondo Riccardo Fiorin della società di monitoraggio ambientale «Laguna project»: «Con il calo repentino delle temperature e con il freddo, i pesci si rifugiano nei canali interni della città. D’inverno ce ne sono moltissimi, soprattutto cefali, e si vedono sia in bacino Orseolo che nei canali interni. Si muovono pochissimo e stanno in profondità, dove rimangono fino a quando le temperature si alzano. Al passaggio delle grandi navi da crociera e dei vaporetti, però, le eliche smuovono il terriccio del fondo facendo emergere i banchi di pesci intorpiditi che potrebbero morire a causa del gelo. Non a caso, spesso, dietro queste imbarcazioni ci sono veri e propri stormi di gabbiani, pronti al pasto».
Corriere del Veneto – 6 febbraio 2012