Facce lunghe e niente sorrisi per i leader di Cgil-Cisl-Uil al termine di due ore di confronto a Palazzo Chigi. «Letta è interessato, ma ci sono problemi di risorse», riferisce Raffaele Bonanni. «La strada è in salita», ammette Luigi Angeletti, forse il meno pessimista dei tre.
«Abbiamo perso un mese, siamo a una pagina bianca», ragiona una perplessa Susanna Camusso. In sostanza, nella conversazione riservata a quattro svoltasi nello studio del presidente del Consiglio, Enrico Letta ha ascoltato le richieste dei sindacati. Che sollecitano ormai da mesi un forte intervento di detassazione dei redditi da lavoro e da pensione per rilanciare i consumi, ridurre il costo del lavoro e far ripartire l’economia. Qualcosa si farà, «un segnale lo daremo», ha spiegato il premier. Ma i soldi sono pochi, gli obiettivi di deficit non possono essere violati, e dunque non c’è da attendersi interventi di impatto travolgente. Ieri numeri non ne sono stati fatti, così come non sono state date indicazioni di alcun tipo su come il governo pensa di intervenire. Oggi a Palazzo Chigi arriverà il vertice di Confindustria, e presumibilmente a fine settimana ci sarà un nuovo incontro in cui qualche elemento più concreto verrà illustrato alle parti sociali.
Vero è che alla fine i tre dirigenti sindacali non nascondevano la loro preoccupazione. Letta è stato certo cortese, e la «scusa» che ha tirato fuori proprio una scusa non è: ovviamente riferendosi alla tempesta politica dei giorni scorsi, ha detto che «si è perso troppo tempo» a causa delle fibrillazioni politiche nella maggioranza, «ora bisogna procedere a ritmi serrati e recuperare il tempo perduto». Nel prossimo incontro che precederà il varo della legge di Stabilità, fa sapere il premier, alle parti sociali saranno fornite le cifre che si intende utilizzare per le misure annunciate sulla riduzione del carico fiscale sul lavoro, che sarà costituita da un «mix di interventi per appesantire le buste paga dei lavoratori e alleggerire gli oneri per le imprese».
Resta il fatto che i margini di manovra sul bilancio pubblico – con la rinnovata e acuita attenzione europea sugli equilibri finanziari – sono ridotti all’osso. E se come riferisce Bonanni, «il presidente del Consiglio ha detto che è fortemente interessato ad aprire la discussione fiscale nella legge di Stabilità, naturalmente ci sono problemi di risorse». Il leader cislino ricorda che per il sindacato il taglio delle tasse su lavoratori, pensionati e imprese che investono «è la questione cruciale», e cha la Cisl vuole «un intervento significativo». A seguire Luigi Angeletti: «una riduzione delle tasse sul lavoro è fondamentale per l’economia del Paese, il premier è concorde su questa analisi e ci ha spiegato che è sua intenzione procedere su questa strada». Ma la sensazione del numero uno della Uil è che «la strada sia in salita», specie considerando che non è il caso di avviare «operazioni simboliche».
Stesso discorso – ma con un tono più critico – dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso. «Abbiamo perso un mese – dice – la discussione ricomincia oggi dopo un lungo periodo di vuoto. In assenza di cifre e proposte concrete, si tratta solo di intenzioni». Anzi, peggio che intenzioni: a nove giorni dal varo della legge di Stabilità «ci è stato detto che tutto quello che abbiamo letto sui giornali non esiste: siamo di fronte a una pagina bianca, nessuna cifra». C’è poco più di una settimana per capire se per i sindacati il «segnale» di Letta sarà sufficiente.
La Stampa – 8 ottobre 2013