Diffusi i dati dell’analisi realizzata dalla Cgia di Mestre. Dal 1996 al 2011 Regioni, Province e Comuni hanno accresciuto le imposizioni del 114%, arrivando a raccogliere 102 miliardi di euro, 1.684 euro per ogni italiano. Un record destinato a essere incrementato nell’anno in corso
Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera le ha definite ieri “una zavorra” 1 e oggi dalla Cgia di Mestre arriva il calcolo preciso di quanto le tasse, quelle locali in particolare, pesano nelle tasche degli italiani che le pagano regolarmente.
Secondo l’associazione, che ha analizzato il gettito riferito alla tassazione chiesta da Regioni, Province e Comuni dal 1996 al 2011, lo stock delle tasse locali negli ultimi 15 anni in Italia ha toccato in assoluto l’importo record di 102 miliardi di euro, con un aumento del 114,4%. Nell’anno di partenza dell’analisi, le tasse locali erano pari a 47,6 miliardi di euro complessivi. Su ogni italiano pesano mediamente per 1.684 euro. L’amministrazione centrale, invece – rivela ancora l’analisi della Cgia – ha aumentato le entrate nello stesso periodo soltanto del 9%. Se nel 1996 il gettito era di 320,9 miliardi di euro, nel 2011 l’Erario ha incassato 349,9 miliardi, mentre il Pil nazionale, sempre negli ultimi 15 anni, è cresciuto del 15,4%.
Sull’escalation delle tasse locali, comunque, il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, sottolinea che “purtroppo la situazione è destinata a peggiorare”. “Con l’introduzione dell’imposta municipale sulla prima casa e l’aumento registrato dalle addizionali Irpef regionali e comunali – afferma – nel 2012 le entrate in capo alle autonomie locali sono destinate a subire un’ulteriore impennata”.
“L’aumento delle tasse locali – spiega ancora Bortolussi – è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni ’90 del secolo scorso. L’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle autonomie locali”. “Non dobbiamo dimenticare – – aggiunge – che, negli ultimi 20 anni, Regioni e Comuni sono diventate responsabili della gestione di settori importanti come la sanità, il sociale e il trasporto pubblico locale senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi. La situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente, creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realtà amministrative locali che si sono ‘difese’ aumentando le tasse locali.”
(21 agosto 2012) – Repubblica