“Speciale” del Corriere della Sera su cosa è destinato a cambiare nel nuovo anno e nei successivi con la manovra di contenimento del deficit varata a luglio, con la legge di Stabilità che fissa il quadro finanziario del prossimo triennio, e con il decreto di fine anno. Una manovra di emergenza, fatta nel periodo di massima intensità della crisi: l’unica possibile, secondo il governo, per garantire il rigore nei conti pubblici e il mantenimento dello Stato sociale. Tutti indistintamente ne avvertiranno però le conseguenze: lavoratori pubblici e privati, imprese e famiglie. Misure che riguardano il pubblico impiego, la fiscalità di autonomi e professionisti, le pensioni, gli ammortizzatori sociali, la lotta all’evasione, gli ecobonus per la casa e l’emersione degli immobili fantasma.
ASSISTENZA E WELFARE
Invalidità e sgravi, parte la stretta. Il rischio ticket
L’austerità che segna l’intera manovra di bilancio sviluppata dal governo tra luglio, con il decreto antideficit, e dicembre, con la legge di Stabilità e il milleproroghe, tocca solo di rimbalzo le famiglie ed i loro redditi. Non ci sono nuove o diverse detrazioni fiscali, né grandi modifiche per quanto riguarda l’assistenza e la sanità. Sul fronte previdenziale, oltre l’adeguamento delle pensioni all’inflazione (vale circa 7 euro al mese per le minime), le novità del 2011 saranno le finestre mobili (che allungheranno il momento del pensionamento di un anno per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi) ed il passaggio alla quota minima «96», data dalla somma tra età anagrafica e contributiva, per l’accesso al pensionamento. La stretta sulle pensioni di invalidità è stata notevolmente addolcita nel passaggio del decreto di luglio in Parlamento. Da gennaio, tuttavia, le nuove pensioni saranno concesse, oltre che erogate, direttamente dall’Inps e non più dalle Regioni. Nel 2011 scatta, poi, il piano straordinario di verifica sulle pensioni di invalidità esistenti: 250 mila controlli l’anno nel 2011-2012. Controlli incrociati e verifiche a tappeto sono previsti anche per l’erogazione di una lunga serie di prestazioni assistenziali. Con l’entrata a regime dei collegamenti telematici tra l’Inps e l’Agenzia delle entrate, i furbi avranno senza dubbio maggiori difficoltà ad ottenere bonus fiscali e assistenziali indebiti, esponendosi anche al rischio di sanzioni più forti. Non cambiano, invece, le prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale. Anche se c’è un «rischio ticket»: con la legge di Stabilità l’esenzione per le prestazioni diagnostiche e specialistiche è stata sospesa ma solo fino a giugno. E se per allora non si troveranno altre risorse per compensare le Regioni, la reintroduzione del ticket può esser data per scontata.
GLI IMMOBILI
Resta l’ecobonus. Edifici fantasma, sì alla proroga
Il 2011 porta tre buone notizie ed una delusione ai proprietari degli immobili. La brutta notizia è la mancata applicazione della cedolare secca del 20% sugli affitti, prevista dal decreto legislativo sull’autonomia fiscale dei Comuni. La bozza del decreto è ancora all’esame del Parlamento per la formulazione dei pareri che devono essere recepiti dall’esecutivo e la cedolare secca, attesissima, si allontana. In compenso sono state confermate con la manovra di luglio e la legge di Stabilità, sebbene con qualche modifica rispetto al passato, le detrazioni Irpef sulle ristrutturazioni edilizie. Quelle destinate al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici restano fissate al 55% della somma spesa per i lavori, ma potranno essere scalate dall’imposta dovuta nell’arco di dieci anni e non più di cinque. Resta invariato, invece, il regime fiscale per le ristrutturazioni semplici, che non hanno finalità ecologiche. La detrazione resta ferma al 36%, non potrà superare i 19.700 euro, e sarà utilizzabile in 10 anni. Confermata anche per il futuro la ritenuta d’acconto del 10% sui bonifici bancari per pagare le imprese che hanno effettuato i lavori sugli immobili, in vigore già dallo scorso mese di luglio. Le banche o la Posta faranno da sostituti di imposta, prelevando cioè la ritenuta dagli importi dovuti e la verseranno al Fisco. La novità dell’ultim’ora, per i proprietari, è la proroga dei termini per l’accatastamento degli immobili fantasma. La regolarizzazione riguarda i fabbricati che insistono su particelle censite al catasto terreni ma non da quello dei fabbricati: sono 1,4 milioni di unità immobiliari già individuate dall’Agenzia del territorio e per le quali insieme all’accatastamento, sarà stabilita la nuova rendita. La procedura vale anche per gli immobili già censiti, ma che hanno subito ristrutturazioni con aumento della consistenza (e della rendita). Per mettersi a posto si pagheranno sanzioni (fino a 300 euro), più l’Irpef e l’Ici dovuta nei cinque anni precedenti.
IMPRESE E LAVORO
Incentivata la produttività. Più fondi Cig
Proroga degli ammortizzatori sociali in deroga, quelli a favore delle piccole imprese e dei settori prima esclusi. E proroga della cassa integrazione straordinaria, della detassazione della parte del salario legata alla produttività. Il 2011 si annuncia come un altro anno molto difficile per l’occupazione. Secondo le ultime previsioni della Confindustria, dopo la perdita di 600 mila posti di lavoro nel 2010, l’anno prossimo ne sono a rischio almeno 440 mila, mentre si stima un ricorso alla cassa integrazione guadagni per 315 mila lavoratori. Dopo la flessione del 2,6% del 2009 e dell’1,7% di quest’anno, l’occupazione tornerà a crescere, ma impercettibilmente (+0,1%), stima il centro studi dell’associazione imprenditoriale. Così il governo si è attrezzato, stanziando somme cospicue per mantenere i sussidi e le agevolazioni concesse nel 2011. Con la legge di Stabilità varata a novembre sono infatti stati recuperati 1,5 miliardi per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, cioè per l’estensione dei benefici ai lavoratori delle imprese che non potevano usufruire della tradizionale cassa integrazione ordinaria e straordinaria. I fondi reperiti nel bilancio si aggiungeranno ai residui di stanziamento del 2010: sul piatto, per quest’anno, c’erano 8 miliardi di euro (messi da Stato e Regioni), di cui dovrebbero esserne rimasti circa un paio, anche perché il «tiraggio», cioè l’utilizzo effettivo della cassa da parte delle aziende, è inferiore alle ore domandate e poi autorizzate dall’Inps. Un miliardo di euro circa sarà invece destinato all’alleggerimento del prelievo fiscale sulla parte del salario legata alla produttività, straordinari compresi. L’aliquota agevolata resta fissata al 10%, mentre è stato elevato il tetto di reddito entro il quale sarà possibile beneficiare del bonus fiscale, portato da 35 a 40 mila euro lordi annui.
PUBBLICO IMPIEGO
Per gli statali stipendi bloccati o tagli fino al 10%
Dopo decenni passati al riparo delle intemperie, per i dipendenti dello Stato inizia nel 2011 il triennio della «penitenza». Non ci sarà, per cominciare, il rinnovo della parte economica del contratto di lavoro. I dipendenti pubblici saltano dunque un «giro», che non potranno recuperare neanche successivamente. Per loro la Finanziaria 2011-2013 prevede solo l’indennità di vacanza contrattuale, ossia il recupero (parziale) dell’inflazione programmata. Ma non è tutto, perché il decreto di luglio prevede espressamente il blocco, se non il taglio, degli stipendi. Nessun dipendente pubblico, secondo quanto previsto dal decreto di luglio, potrà ricevere nel triennio 2011-2013 uno stipendio più elevato di quello percepito nel 2010. Per le qualifiche ed i redditi più elevati, quindi manager e dirigenti, è invece prevista una decurtazione. La quota di stipendio che supera i 90 mila euro lordi annui sarà infatti tagliata del 5%, mentre la parte eccedente i 150 mila euro subirà una limatura del 10%. Vengono poi sterilizzati, per numerose categorie di lavoratori pubblici, le progressioni automatiche di carriera, gli «scatti», ai quali poi corrispondono gli aumenti di stipendio. Il blocco degli automatismi riguarda il personale della scuola (anche se per loro saranno parzialmente recuperati), militari e forze dell’ordine, docenti universitari ed il personale di servizio in carriera diplomatica. Per i magistrati il taglio si applicherà non allo stipendio, ma alla cosiddetta indennità giudiziaria. Per i «pubblici» saranno anni difficili. Anche arrivare alla pensione dopo 40 anni di lavoro, in questo periodo, a molti darà meno soddisfazioni. Le indennità di buonuscita, ovvero le liquidazioni, di importo più elevato verranno infatti corrisposte in più annualità. La prima rata, al momento del pensionamento, non potrà comunque superare i 90 mila euro. La parte eccedente sarebbe corrisposta un anno dopo, mentre la parte di liquidazione che dovesse superare i 150 mila euro sarebbe pagata dallo Stato dopo due anni.
AUTONOMI
I contanti? Mai oltre 5 mila euro. Le fatture online
Già alle prese con la durissima crisi economica, che ha costretto a ridimensionamenti e a chiusure, le piccole imprese e gli autonomi, dal 2011, avranno ancor meno spazio per gli arbitraggi fiscali. Il governo e l’Agenzia delle entrate, con la manovra di luglio e lo stesso milleproroghe di fine anno, hanno chiuso quasi tutti i varchi all’evasione fiscale ed inasprito notevolmente le sanzioni. Con la manovra di luglio è stato ad esempio reintrodotto il limite all’uso del denaro contante e degli assegni per le transazioni. Da quest’anno diventa impossibile incassare una somma «liquida» superiore ai 5 mila euro. Insieme al vincolo sull’uso del contante per le imprese che hanno partita Iva (sono fatte salve le più piccole, cioè la stragrande maggioranza) c’è anche l’obbligo di trasmettere al Fisco, per via telematica, tutte le fatture di importo superiore ai 3 mila euro (3.600 euro se sono prestazioni non fatturabili, come tutte quelle che vengono rese ai cittadini senza partita Iva). Anche i controlli sui redditi degli autonomi, reali o presunti, saranno ben più penetranti con il nuovo redditometro (vedi l’articolo dedicato al Fisco). Dichiarare poco o niente, a fronte di spese consistenti per generi di lusso, porterà quasi automaticamente ad un accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate. Agli autonomi, nel 2011, saranno applicati anche i nuovi studi di settore rivisti, e in parte addolciti, per tener conto della crisi economica. Qualche buona notizia per gli autonomi e le piccole imprese arriva invece dal fronte della semplificazione amministrativa. L’attuale Dia, dichiarazione di inizio attività, sarà sostituita dalla Scia, segnalazione certificata di inizio attività, che consentirà di sostituire con autocertificazioni anche le attestazioni dei tecnici abilitati quando prevedano pareri di enti e amministrazioni pubbliche.
FISCO
Redditometro-bis e tempi brevi per le riscossioni
Il nuovo giro di vite deciso tra luglio e dicembre alle regole del Fisco riguarderà tutti: lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e «rentier». La prima novità rilevante è la spinta alle verifiche fiscali con l’accertamento sintetico e il nuovo redditometro. Nel primo caso l’Agenzia delle entrate verificherà la congruenza tra i redditi dichiarati e le spese effettivamente sostenute dai contribuenti. Con il nuovo redditometro, lo strumento dell’accertamento sintetico sarà ulteriormente rafforzato, visto che la congruità tra spese e reddito dichiarato sarà scremata tenendo conto della dimensione familiare e dei fattori geografici. Dal 2011 scatta, poi, il blocco delle compensazioni automatiche tra crediti e debiti fiscali in presenza di un ruolo definitivo, di importo superiore ai 1.500 euro, per il quale sono scaduti i termini di pagamento. Prima si salda il conto arretrato con il Fisco e poi, eventualmente, si compensa (ma solo se il credito è certificato dai professionisti, come avviene già ora). Con il decreto antideficit di luglio, inoltre, viene notevolmente anticipata l’esecutività degli atti di riscossione, per i quali attualmente trascorre più di un anno dal momento dell’accertamento. D’ora in avanti l’esecutività coinciderà con il momento dell’accertamento, ma sarà operativa due mesi dopo (60 giorni) la notifica dell’atto. Cambiano anche le regole del contenzioso in ambito tributario. Il piano disegnato inizialmente dal governo, che puntava ad una sospensione minima dei termini di pagamento (150 giorni anche in presenza di ricorsi), è stato però addolcito. Secondo quanto deciso dal Parlamento, la sospensione dell’atto impositivo varrà almeno per tutta la durata del processo tributario di primo grado. Con il milleproroghe, infine, sono stati inaspriti gli oneri per l’adesione a tutte le forme di «patteggiamento» con il Fisco, a cominciare dal ravvedimento operoso.
COMUNI E REGIONI
Sforbiciate sugli enti locali a 360 gradi
Gran parte dei soldi necessari per la riduzione del deficit pubblico arriveranno, nel prossimo triennio, dalle Regioni e dagli enti locali. La manovra di luglio, nei loro confronti, è stata particolarmente dura. Le Regioni dovranno contribuire al risanamento con 10 miliardi di euro in due anni. Ai fondi destinati ai Comuni sarà data una sforbiciata di un miliardo e mezzo nel 2011 e di ulteriori 2,5 miliardi all’anno dal 2012. Alle Province toccherà un sacrificio di 300 milioni nel 2011 più altri 500 a partire dall’anno successivo. Sono, per giunta, tutti tagli «preventivi»: non affidati agli amministratori locali, ma operati direttamente alla fonte con la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato. Per tutti gli enti locali, inoltre, dal 2011 c’è il blocco generalizzato delle assunzioni. Inutile dire che la manovra sulle autonomie locali ha determinato fortissime proteste da parte dei sindaci e soprattutto dei governatori che minacciano di non erogare più determinati servizi (dal trasporto locale, all’assistenza sociale). La stretta non si limita ai trasferimenti, perché le autonomie locali subiscono di rimbalzo anche quella, più generale, operata ai costi della politica. E dunque, stipendi tagliati per i sindaci, i presidenti di Provincia e i membri delle giunte, da un minimo del 3% fino a un massimo del 10% (in funzione della dimensione degli enti). Per i consiglieri comunali, dal 2011, il compenso non potrà superare il 20% di quello del sindaco. La manovra di luglio prevede anche la riduzione, se non l’azzeramento, di alcune spese specifiche. Nel 2011, ad esempio, è previsto lo stop assoluto alle spese per le sponsorizzazioni, mentre quelle per le consulenze esterne saranno ridotte dell’80% e quelle per i contratti flessibili tagliate del 50% rispetto al 2010. Per almeno cinque Regioni, poi, la stretta varata con la manovra si sommerà agli effetti dei piani di rientro del deficit sanitario, che rischia di tradursi in un aumento automatico delle addizionali fiscali.
STATO E POLITICA
Onorevoli e ministri, compensi ridotti. Auto blu giù del 20%
Non viene certo travolta, come accade a interi settori dell’economia, ma anche la politica pagherà il suo conto alla crisi dell’economia. Con la manovra di luglio, arrivano infatti anche i tagli al costo della macchina statale, e alle prebende dei suoi amministratori. Si comincia dai ministri e dai sottosegretari, ai quali dal 2011 verrà praticato un taglio del 10% dello stipendio, per passare subito dopo ai deputati e ai senatori. Per loro il taglio previsto sarà di mille euro netti mensili: 500 sulla «diaria», che oggi tocca i 4.003 euro mensili, altri 500 sulla parte accessoria, che ammonta a 4.190 euro, e viene utilizzata dai parlamentari essenzialmente per pagare i loro collaboratori. Taglio in vista anche per i dipendenti di Camera e Senato. Anche a loro si applicherà la regola fissata per i manager della pubblica amministrazione: sforbiciata del 5% alla parte di stipendio che supera i 90 mila euro lordi annui, del 10% sulla parte eccedente i 150 mila euro. In più vengono sospesi tutti gli adeguamenti automatici di carriera che determinano un aumento della paga. La manovra colpirà direttamente anche i partiti politici. Inizialmente il governo aveva previsto un taglio dei ricchi rimborsi elettorali (1 euro per ogni voto preso) del 50%, ma il Parlamento lo ha ridotto al 10%. Ci sono poi regole generali che valgono per tutta la platea degli incarichi elettivi, nello Stato ma anche nelle amministrazioni locali. Nessun «eletto», in virtù della manovra di luglio, potrà percepire altri emolumenti dall’amministrazione pubblica, diversi da quelli relativi al proprio incarico. Si prevede anche che i compensi per le consulenze dei dirigenti, siano incassati direttamente dall’amministrazione di appartenenza. Arriva la sforbiciata anche sulle cosiddette «auto blu»: la spesa per le autovetture di servizio, nel 2011, dovrà essere ridotta del 20% rispetto a quella sostenuta nel 2010. Previsto infine un limite massimo del 2% per le spese di manutenzione degli immobili pubblici.
Corriere.it
Mario Sensini
28 dicembre 2010