Dal primo gennaio sarà più caro anche spedire una lettera e una raccomandata. Perfino consumare un caffè o una bibita alla macchinetta. E anche su benzina e gasolio tira una brutta aria: in questi giorni di festa i distributori hanno fatto registrare forti rincari in mancanza come al solito di concorrenza ed efficienza di sistema. Poi ci sono i trasporti locali che in molte Regioni — come il Piemonte — dal 15 dicembre hanno messo a segno aumenti medi del 20% colpendo soprattutto i pendolari. Senza contare che i pedaggi autostradali regionali — dopo che in aprile scorso la rete nazionale ha portato a casa un adeguamento medio del 3% circa — stanno cercando di recuperare: dal primo di gennaio, per esempio, salirà del 12,91% il pedaggio delle Autovie venete.
Ma la parte del leone in questa corsa ai rincari verrà ricoperta dalla nuova versione della Tares. L’imposta locale sui rifiuti che verrà pagata dagli inquilini, per la quale secondo i calcoli di Confesercenti aumenterà fino al 60% rispetto a quanto pagato l’anno scorso. Per non dire del nuovo calcolo sul consumo dell’acqua disposto in questi giorni dal Garante che partirà da gennaio e sapremo presto se sarà vantaggioso per il consumatore o no. Si accettano scommesse.
L’aumento di lettere e raccomandate sarà salato anche se potrà non scattare subito ma entro due anni. A deciderlo saranno Le Poste. Il costo per spedire una lettera potrà salire dagli attuali 70 centesimi sino a 95 centesimi e le raccomandate da 3,60 a 5,40 euro. Il via libera a questi vistosi rincari è arrivato dall’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni (Agcom). Un complesso provvedimento su questo argomento è stato pubblicato sul sito dell’Agcom e stabilisce appunto che «Poste Italiane ha facoltà di incrementare il prezzo delle posta prioritaria relativa alla prima fascia di peso (0-20 grammi), fino a 0,95 euro/invio, entro il 2016».
Rincari in vista per caffè, bibite e snack acquistati nei distributori automatici anche nelle scuole e negli ospedali. Dal 1° gennaio sarà possibile aumentare il prezzo di circa il 6%, adeguandolo all’aumento Iva dal 4 al 10%, anche per le «macchinette» collocate in edifici pubblici per i quali erano stati stipulati i contratti prima dell’aggravio fiscale. Lo ha annunciato ieri la Confida-Confcommercio commentando un emendamento alla legge di Stabilità.
Brutte notizie sul fronte dei carburanti. Il Codacons ha già chiesto al governo provvedimenti per evitare un’onda di rincari proprio quando «gli automobilisti italiani sono in movimento per le festività». Benzina e gasolio hanno fatto registrare in questi giorni forti rincari, raggiungendo una media di 1,796 euro al litro la verde (e punte di 1,830 euro/litro) e 1,726 euro al litro il diesel.
Novità tariffarie in arrivo dal prossimo anno anche nel settore energetico esclusivamente per i cittadini che hanno deciso di scaldare la propria abitazione utilizzando le pompe di calore. Questa tariffa che riguarda quindi i consumi, non sarà più legata al volume dell’energia elettrica utilizzata e più aderente agli effettivi costi dei servizi di rete: il trasporto, la distribuzione e la gestione del contatore. Lo ha deciso l’Autorità per l’energia approvando l’introduzione della cosiddetta tariffa «D1».
Le associazioni dei consumatori sono preoccupate. Nonostante il probabile ribasso sulle bollette elettriche e del gas, il panorama sembra fuori controllo e arriva in un momento di crollo dei consumi e di bassa inflazione. Con alle spalle forti aumenti: in meno di due anni — ricorda uno studio Confesercenti —, dal 2011 a ottobre 2013, le tariffe sui servizi pubblici locali sono cresciute in media del 19.2%, quasi il triplo del +7,3% registrato dai prezzi al consumo nello stesso periodo, comportando un aggravio medio di 312 euro a famiglia.
Roberto Bagnoli – Corriere della Sera – 27 dicembre 2013