In epoca Covid i veterinari sono stati in prima linea per la tutela degli animali, contrastando il diffondersi di patologie, comprese quelle trasmissibili all’uomo, e della filiera alimentare.
“Utilizzare ai medici veterinari per
“Per questo ho inoltrato una interrogazione a risposta immediata alla Giunta in cui chiedo su quali basi giuridiche l’amministrazione regionale stia ipotizzando di servirsi dei medici veterinari per l’esecuzione dei tamponi diagnostici – conclude Cristina Guarda – Lo stesso codice deontologico dei veterinari ribadisce che il campo di intervento della loro professione è circoscritto alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie degli animali. Ed è ipotizzabile quindi la perseguibilità legale di quei medici veterinari che rendano prestazioni sanitarie che sono riservate per legge al personale medico o infermieristico”.
Lo stesso Sivemp, il sindacato dei medici veterinari pubblici del Veneto, ha espresso la sua più ferma contrarietà in una nota scritta dalla sua segretaria Maria Chiara Bovo, in cui si chiede “che la nostra professionalità sia impiegata nella tante e importanti attività di prevenzione e sorveglianza per cui siamo stati formati, per cui siamo stati assunti e che possiamo svolgere ai massimi livelli” e si invita Zaia a non tirarli “in ballo oggi per lo svolgimento di un’attività di medicina umana, in cui dovremmo sostituirci ad operatori socio sanitari e infermieri in prestazioni di loro competenza”.
Al presidente Luca Zaia, che pure si è vantato in più di una occasione di aver dato uno o due esami di veterinaria, deve essere sfuggito che l’impiego di veterinari in prestazioni per i quali non sono competenti rappresenterebbe un abuso di professione infermieristica o medica!
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7 novembre 2020