Repubblica. Crollano i tamponi e l’Oms lancia l’allarme: «Rischiamo più ricoveri e decessi». In Italia le file chilometriche davanti alle farmacie di dicembre e gennaio sono un ricordo, così come il milione e mezzo di test: due mesi dopo si contano un terzo degli antigenici e dei molecolari. Una discesa verticale, non solo italiana, che certo viaggia in parallelo all’andamento dei casi ma di cui l’Organizzazione mondiale della Sanità è preoccupata: «I dati stanno diventando progressivamente meno rappresentativi, meno tempestivi e meno solidi. Questo — ammonisce l’Oms — inibisce la capacità collettiva di tracciare il virus», «di rilevare precocemente nuove varianti» e può «tradursi in un aumento di ricoveri e decessi».
Mentre l’autorità sanitaria mondiale parla così, da noi con la fine dello stato di emergenza e il tramonto della struttura commissariale guidata dal generale Francesco Figliuolo e sostituita da un’Unità capeggiata da un altro militare, Tommaso Petroni, decade anche il protocollo che aveva imposto prezzi calmierati ai tamponi. Le interlocuzioni tra Regioni, Federfarma e ministero della Salute sono in corso ma salvo novità di giornata le farmacie non saranno più tenute a offrire i test a 15 euro per gli adulti e a 8 euro per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni.
Proprio mentre i contagi risalgono (negli ultimi giorni c’è stata una ripresa del 20-25% degli antigenici rapidi) e il Green Pass base resta valido ancora al lavoro, nei ristoranti al chiuso, sugli aerei, le farmacie potranno in autonomia decidere il prezzo e, ad esempio, in Lombardia si parla già di 15 euro per tutti. «Invieremo una lettera a tutte le farmacie (14 mila quelle che effettuano test, ndr ) — fa sapere il presidente di Federfarma, Marco Cossolo — per raccomandare di mantenere un prezzo basso. Noi siamo disponibili a reiterare il protocollo, stiamo cercando lo strumento per farlo». Il rischio è che si possa tornare a prezzi che viaggiavano tra i 22 e i 35 euro prima della norma nazionale. Eccezion fatta per i fai-da-te, che si trovano anche a 5 euro.
Si è mossa per ora la sola Regione Friuli Venezia Giulia che ha deciso di prorogare i rimborsi per i tamponi fino al 30 aprile. Una scelta, spiega il vice governatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, «assunta dal momento che è previsto il perdurare della validità della Certificazione verde fino alla fine del prossimo mese per l’accesso a determinati servizi e attività». In particolare l’abbattimento del costo riguarderà gli esenti da vaccinazione per motivi di salute, i minorenni e chi frequenta tirocini professionalizzanti».
Da domani sarà pure sdoganato l’uso dei test fai-da-te per accertare lo stato di salute di un alunno con sintomi: se il tampone casalingo è negativo basterà l’autocertificazione dei genitori per frequentare le lezioni. «Ma — avverte Cossolo — bisogna saperli usare per avere un risultato attendibile». E resta il problema del tracciamento e della fiducia: «Gli autotest sono certamente causa di una sottostima dei contagi. I positivi non vengono automaticamente registrati e il contagio resta invisibile — spiega Maurizio Sanguinetti, docente di microbiologia alla Cattolica — In questi casi tutto, anche l’isolamento, è affidato alla responsabilità personale».