I vitalizi vanno in pensione. Nell’imminenza della stretta che il governo Monti ha in cantiere per milioni di italiani, il Parlamento decide di anticipare i tempi e rendere più rigoroso il giro di vite già annunciato per deputati e senatori e che in realtà non poco aveva fatto discutere (in vigore solo dalla prossima legislatura).
Dal primo gennaio 2012, e dunque anche per chi oggi è in carica, si passerà dall’attuale sistema, legato all’ammontare dell’indennità, a quello contributivo. Più simile al meccanismo che si applica a tutti gli altri lavoratori. Sempre a partire da quella data, per gli ex parlamentari sarà possibile percepire la pensione solo al compimento del sessantesimo annodi età, per chi è stato “legislatore” per due o più mandati, a 65 anni per chi lo è stato per uno solo. La decisione matura nell’incontro che nel pomeriggio tengono i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifa,, con il ministro del Welfare Elsa Fornero e i collegi dei questori dei due rami del Parlamento. L’ultimo passaggio si consumerà, prima della fine dell’anno, con un ufficio di presidenza congiunto di Montecitorio e Palazzo Madama che ratificherà la decisione adottata ieri. Per comprendere la portata di una svolta che Gabriele Albonetti – solitamente cauto questore pd della Camera — giudica «epocale», basti pensare che fino ad oggi, la disciplina dorata dei due rami del Parlamento consentiva di ottenere il vitalizio anche al compimento del cinquantesimo anno di età. Non sarà più così. E dal primo gennaio saranno 228 gli ex deputati, i quali ancora non lo avevano percepito, che vedranno slittare di 10, in qualche caso di 15 anni il diritto al vitalizio. Al Senato sono poche decine, dato che lì il limite dei 60 e dei 65 era stato già introdotto. Restano salvaguardati, ad ogni modo, i diritti dei 2.238 ex parlamen tare che il vital izio già lo percepiscono e che comportano ad oggi un costo annuodi218,3 milioni di euro. Ma cosa comporterà in soldoni la trasformazione annunciata? Se chi godeva di un vitalizio dopo una sola legislatura, percepiva circa 2.300-2.400 euro netti mensili, col contributivo, il futuro pensionato con soli 5 annida parlamentare incasserà una cifra più vicina ai mille che ai 1.500 al mese, stimano i questori. Con due legislature, gli ex con vitalizi guadagnano oggi poco meno di 5 mila euro. I futuri pensionandi con 10 anni di legislatura ne avranno meno di 4 mila. Con quattro legislature, infine, il vitalizio finora ha garantito circa 9.500 euro mensili, col contributivo non arriveranno a 6mila. Calcoli ancora approssimativi e da limare. «Non potevamo fare diversamente, adesso saremo più simili agli altri lavoratori che si apprestano a fare altrettanti sacrifici», spiega Albo-netti. «E non ci sono più armi per tutti i nostri colleghi che proveranno a resistere» awerte il suo collega del Senato. Benedetto Adragna. Occorreva più coraggio, attacca invece Antonio Borghesi (Idv) convinto che «non esistono diritti acquisiti per gli altri lavoratori e dunque neanche dovevano essercene per gli ex parlamentari: così è un interventicchio».
Repubblica di mercoledì 30 novembre 2011