Dopo il taglio delle dosi e i ritardi nelle consegne da parte di Pfizer, il governo italiano ha annunciato che, come primo atto, presenterà una diffida.
Cosa comporta?
«La diffida — risponde l’avvocato amministrativista Dario De Blasi, partner dello studio internazionale Silaw — è l’atto con il quale si contesta l’inadempimento contrattuale e si richiama la controparte al rispetto degli impegni entro un certo termine».
Cosa succede se il termine scade?
«L’Italia potrà chiedere in via giudiziaria l’adempimento o la risoluzione del contratto, oltre al risarcimento dei danni».
ll contratto con Pfizer è stato firmato dalla Commissione a Bruxelles. È possibile intentare una causa civile anche in Italia?
«Dipende dalle clausole che vi sono state inserite. Le parti possono aver individuato l’autorità che ha giurisdizione sulle controversie. Non si può escludere che, trattandosi di un rapporto internazionale, le parti abbiano optato per la devoluzione delle controversie a un’istituzione arbitrale internazionale».
Pfizer sostiene che il taglio del 29% delle dosi sia temporaneo e dovuto alla ristrutturazione della fabbrica di Puurs. Basta questo a evitarle l’accusa di inadempienza?
«Per sottrarsi alla responsabilità — dice De Blasi — deve dimostrare che l’inadempimento è dovuto a cause ad essa non imputabili, quali il caso fortuito, la forza maggiore o l’impossibilità sopravvenuta».
Le consegne sono settimanali, ma la fornitura è calcolata su base trimestrale. Se Pfizer a marzo sarà riuscita a recuperare, ci saranno ancora i margini per la causa?
«Non credo. Il produttore può invocare il beneficio del termine trimestrale per poter adempiere alla consegna delle dosi».
Mediamente che tempi ha una causa civile di questo tipo?
«Un giudizio arbitrale può svolgersi anche in pochi mesi. Per un giudizio ordinario di fronte al giudice italiano pare ragionevole ipotizzare almeno un paio d’anni».
Nelle more di una causa, Pfizer potrebbe decidere di interrompere la fornitura?
“Potrebbe, sì — spiega Federico Tedeschini, amministrativista e professore emerito di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma — le multinazionali sono molto potenti, per questo è più efficace un’azione del governo dell’Unione».
La causa civile e il paventato esposto penale per danni alla salute pubblica sono gli unici strumenti a disposizione del nostro governo?
«C’è anche un’altra ipotesi, secondo me la più dissuasiva. Ad oggi ci sono le condizioni perché il Garante della concorrenza, d’ufficio, apra un’istruttoria per valutare se il comportamento di Pfizer e di AstraZeneca, che ha anch’essa annunciato un taglio del 60 per cento delle forniture, oltre a configurare l’ipotesi di pratica commerciale scorretta possa realizzare un’intesa tendente a restringere la concorrenza».
Se così fosse, cosa accadrebbe?
«La sanzione per le case farmaceutiche — dice Tedeschini — potrebbe essere pari al profitto derivato dall’ipotizzata intesa. L’istruttoria si può concludere in qualche mese».