“Sarà il Consiglio regionale ad affrontare i problemi della sanità privata introducendo nuove norme di programmazione, trasparenza e competitività. Non possono essere i lavoratori dei centri convenzionati o i cittadini a pagare il prezzo della mancata programmazione dei rapporti tra pubblico e privati in sanità e di errori aziendali. La riduzione del 30 per cento dei budget assegnati alla sanità privata sta innescando una conflittualità senza vie di uscita tra pubblico e privato e tra imprese e lavoratori”.
Il presidente della commissione Sanità Leonardo Padrin intende farsi carico degli effetti dei tagli decisi dal governo nazionale e regionale delle risorse destinate alla sanità convenzionata (meno 140 milioni), che stanno causando licenziamenti a catena e contingentamento delle prestazioni ai cittadini: “Ho già coinvolto i capigruppo consiliari proponendo che sia l’assemblea legislativa di palazzo Ferro-Fini, organo di programmazione e di controllo, ad occuparsi della vicenda. Ne parleremo già domani, in commissione Sanità”, annuncia Padrin. La ‘scaletta’ di lavoro per il ‘parlamentino’ veneto è già tracciata, nella proposta di Padrin: “Spetta al Consiglio, attraverso la competente commissione Sanità, definire – anticipa il presidente della commissione – regole certe e chiare per l’accreditamento, l’erogazione dei servizi e la ripartizione dei finanziamenti. Regole – specifica Padrin – che devono valere sia per i manager delle aziende pubbliche sia per gli imprenditori della sanità privata”. Oltre a regole “chiare e certe”, serve introdurre – aggiunge Padrin – trasparenza e competizione nel sistema: “La Regione e i direttori generali delle Ulss devono rendere pubblici i criteri di assegnazione dei budget di spesa ai privati convenzionati e i privati devono essere sottoposti a rendicontazione, verificabile in modo trasparente. L’obiettivo è rendere le Ulss una ‘casa di vetro’, dove ogni euro speso sia rendicontato e verificato. Tutto ciò a garanzia della qualità e dell’efficienza dei servizi erogati, sia da parte del pubblico sia da parte dei privati”. Ulteriore elemento di innovazione del sistema dovrà essere la “liberalizzazione” delle strutture private, superando le ‘rendite di posizione’ delle convenzioni che sinora hanno privilegiato alcuni imprenditori e alcune aree geografiche: per Padrin, i centri e le strutture autorizzate, che rispondono cioè agli standard di qualità, sicurezza ed efficienza del sistema sanitarie, devono poter operare nel territorio, entrando in competizione tra loro nell’aggiudicarsi il ruolo di partner integrativi della sanità pubblica. “E’ mancata sinora nella nostra Regione una seria programmazione dei rapporti tra pubblico e privato in sanità – conclude Padrin – L’occasione di rimediare a questa carenza del nostro sistema ci viene offerta dalle nuove schede ospedaliere e territoriali, previste dal piano sociosanitario approvato nove mesi fa. La Giunta non può più continuare a rinviarne la presentazione: le proteste di questi giorni dei lavoratori e degli utenti della sanità privata sono un serio campanello di allarme per la Regione. Non possiamo continuare a essere latitanti nella programmazione, e tantomeno chiedere ai privati quello che la Regione non è in grado di applicare sulle proprie aziende”.
28 marzo 2013