Svolta nella Sanità: un solo direttore per tutte le tre Ulss. In chiave veronese, la scelta di Zaia significa futuro accorpamento delle tre Uiss: la 20, la 21 e la 22. A guidare il passaggio non sarà l’attuale direttore generale dell’Ulss 20, Maria Giuseppina Bonavina, ma il rodigino Pietro Girardi.
«E un cinquantenne che ha già maturato parecchia esperienza nella sanità pubblica», rileva Coletto, «ha ricoperto incarichi di rilievo e inoltre conosce molto bene la realtà veronese, avendo lavorato a Legnago e all’Azienda ospedaliera. Arriva da Adria, dove in tre anni come direttore generale ha risanato l’azienda: l’aveva rilevata in passivo e la lascia in attivo. Chi c’era prima aveva esaurito il suo percorso. Girardi è l’uomo del cambiamento di cui Verona ha bisogno».
«Girardi sarà dg dell’Ulss 20», spiega Coletto, «e commissario della 21 e della 22, che avranno la loro terna di direttori – sanitario, sociale e amministrativo – che manterranno l’incarico fino a quando l’iter amministrativo sarà concluso. Un anno, secondo la nostra tempistica. La scelta di una sola Ulss per provincia è definitiva. So che sono già cominciate le critiche e le proteste, malo metto subito in chiaro: Verona non avrà due Ulss. Non ha senso. Lo abbiamo detto in campagna elettorale a dobbiamo mantenere la parola data». Quanto al mandato assegnato ai nuovi dg, Coletto rassicura: «La razionalizzazione sarà solo amministrativa, la rete ospedaliera non si tocca, è quella stabilita nel 2012. E aspettiamo che il governo sblocchi i fondi per fare le assunzioni necessarie a fronte dell’orario europeo».
Il «top manager» veneto che fa quadrare i bilanci
A Rovigo hanno sperato fino all’ultimo che il governatore Zaia lo confermasse, per consentirgli di completare la sua missione, ossia la fusione delle Ulss 18 e la “sua“ 19, che vanta bilanci solidi e una gestione equilibrata. Al punto da rientrare fra i cento enti pubblici più virtuosi in Italia. Ma Pietro Girardi, classe 1965, nato a Milazzo (Messina) e trasferitosi in Veneto all’età di 9 anni, laurea in scienze statistiche e economiche all’Università di Bologna, è stato dirottato a Verona, via Valverde. La sede dell’attuale Ulss 20, destinata a diventare l’Ulss scaligera dopo l’accorpamento con la 21 e la 22, commissariate.
Per lui, in realtà, si tratta di un ritorno. Dopo un’esperienza biennale come insegnante di matematica in una scuola superiore, Girardi si è infatti avvicinato alla sanità pubblica e il suo primo incarico (come membro della commissione protocollo intesa sperimentazione pubblico-privato) lo ha avuto all’ospedale Chiarenzi di Zevio. Poi è stato dirigente statistico all’Ulss di Legnago e all’Azienda ospedaliera di Verona. Prima di diventare dg dell’Ulss 19 di Adria (pochi mesi fa la giunta Zaia l’ha premiata come la migliore del Veneto) era stato per sei anni direttore amministrativo dell’Istituto oncologico véneto (Iov) dove ha conosciuto chi gli lascerà l’ufficio in via Valverde. «Conosco Bonavina da molti anni», spiega Girardi, «ci siamo sentiti velocemente al telefono. Dovremo vederci con calma per il passaggio di consegne. Che sarà veloce. Trascorrerò il Capodanno in famiglia, con moglie e tre figli, ma sabato 2 conto di presentarmi ai veronesi in conferenza stampa».
Sarà direttore e – a tempo determinato-commissario: sarà pesante muoversi in questo clima di incertezza? «Nessuna incertezza. Da tempo si sapeva che la scelta era quella di prevedere una Ulss per provincia. Il tempo di leggere le carte, individuare le priorità poi procederò con la nomina dei miei più stretti collaboratori: i tre direttori. Abito a Rovigo e farò il pendolare. Transpolesana e via: Legnago, Bussolengo e Verona. La sede è in via Valverde, vero? Perché quando lavoravo all’Azienda ospedaliera l’ufficio lo avevo in via Ristori. Ci sarà da fare. Speravo in una riconferma ad Adria, invece sono stato mandato a Verona. Ringrazio Zaia per la fiducia e i collaboratori che in Polesine mi hanno aiutato a perseguire l’obiettivo del risanamento». (L’Arena)
«Qui sono cresciuta, lascio un’azienda sana» L’ex dg Bonavina: «A Verona 8 anni entusiasmanti»
Dalle pareti sono spariti i quadri colorati di Faccincani. Via i gagliardetti della Juventus, vuoti i vasi solitamente ricolmi di fiori. Sparite le decine di Babbo Natale che colleziona da anni. E anche l’aroma delle Marlboro va diradando. Per otto anni quella stanza che sembrava quasi un salotto se non fosse stato per la scrivania, è stato il suo ufficio. E lei, una che di carattere è alquanto fatalista, a impacchettare il tutto ha iniziato giorni fa. «Fa abbastanza tristezza…», dice guardando quei muri che ha fatto dipingere di colori improbabili per l’ufficio di un direttore generale. Il verde, il crema.
Una così, Maria Giuseppina Bonavina, per tutti Giusy. Una che non si fa imbrigliare dai luoghi comuni. Il più longevo direttore generale dell’unità sanitaria numero 20, una – per estensione e peculiarità del territorio – delle più importanti Usl del Veneto.
«Questi otto anni passati a Verona sono stati un’esperienza entusiasmante», dice. Facendo fatica a tirare un bilancio. Perché la fatica sta, in realtà, nel mettere la parola «fine». L’ha scritta, per decreto, il governatore Luca Zaia quella parola. Tant’è. Lei sorvola su nomine, equilibri e commenti. E parla solo di quella che, per otto anni, è stata la «sua» unità sanitaria. «È stata un’esperienza di crescita e valorizzazione professionale e qui ho trovato persone che a questa crescita hanno partecipato e contribuito». Non mette, nel bilancio, i meriti. Non fa elenchi, Giusy Bonavina. «La cosa più importante che ho fatto è stata quella di essere riuscita a integrarmi. Non era per niente una cosa scontata e me ne sto accorgendo adesso che mi sto allontanando con le attestazioni di stima che sto ricevendo…».
Ma dietro a quelle attestazioni non si nasconde. «Lascio un’azienda che ha ovviamente dei problemi di bilancio, ma che è quasi riuscita nella sua mission: l’assistenza all’utenza. Cosa resa possibile dal personale». Un unico rammarico, per il direttore generale Giusy Bonavina. «Non aver visto concluse alcune cose. Ma succede sempre quando te ne vai… Sarebbe successo anche se fossi rimasta per ottant’anni…». Lei che non fa in tempo a finire una cosa e ne ha già iniziate altre. Nelle scatole del trasloco ha imballato anche le polemiche, gli strascichi giudiziari e quella vicenda legata al Sert e all’ex direttore Giovanni Serpelloni. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) è una giornata positiva… Certe cose lasciamole perdere…».
Tornerà a casa, Giusy Bonavina. A Padova, in quello Iov, l’Istituto oncologico veneto, dov’era direttore sanitario prima di approdare a Verona. «Casco in piedi…», sdrammatizza. Al suo successore, Pietro Girardi, niente consigli. Solo una nota a piè di pagina. «Che continui a valorizzare le persone che lavorano qui, che sono il vero tesoro di questa azienda…». E gli scatoloni sono pronti per il trasloco. (Corriere di Verona)