Al Senato riesce il blitz sfumato alla Camera. Qualcuno in questi giorni l’aveva definita pomposamente la legge “ammazza-fax”. E chi aveva invece preferito attenuare un po’ il lessico parlando di necessità di mandare in soffitta «uno strumento di comunicazione ormai obsoleto».
Certo dopo anni a parlare di digitalizzazione della pubblica amministrazione stavolta è arrivato forse il primo riconoscimento, netto, di un progressivo avvicinamento verso la smaterializzazione dei contenuti (e delle comunicazioni) all’interno della macchina dello Stato.
L’EMENDAMENTO – Con un emendamento di Pd e Lega al decreto del Fare – approdato ora in Senato in vista della necessaria riconversione – è stato inserito di soppiatto che le comunicazioni all’interno della Pa debbano avvenire per via telematica. Di più: si arriva a stabilire persino «l’esclusione dell’invio a mezzo fax».
LA CONFERMA – Con questa aggiunta dovrebbe chiudersi un’epoca, perché nessun ufficio pubblico potrà più chiedere il «fax di conferma» (con relativa perdita di tempo e di carta). Svuotando di fatto anche una sentenza del Tar della Puglia, che lo aveva ritenuto l’unico strumento “idoneo” e giuridicamente valido per le comunicazioni tra pubbliche amministrazioni. Il merito (o il demerito, a seconda delle opinioni) di questa modifica appartiene al senatore democratico Francesco Russo, dopo una prima parziale bocciatura alla Camera per un emendamento analogo presentato dal deputato Pd Paolo Coppola e rimbalzato dal sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti.
L’OPPOSIZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO – Quel blitz inutilmente tentato a Montecitorio non era riuscito per la ferma opposizione governativa che aveva provocato gli strali di chi si batte per la completa digitalizzazione dell’amministrazione pubblica. Proprio Coppola aveva manifestato tutto il suo dissenso proprio a De Vincenti che gli aveva piccatamente replicato in commissione Trasporti: «L’altro giorno non funzionava l’email e meno male che avevano il fax altrimenti non avrebbero saputo come fare…».
IL CODICE DELLA PA – E pensare che il codice della amministrazione digitale già dal 2005 prevede che la trasmissione dei documenti all’interno della Pa avvenga via mail. Mentre il precedente governo Monti l’anno scorso aveva previsto un emendamento che stabiliva come «l’inosservanza comportasse responsabilità dirigenziale e responsabilità disciplinare, nonché eventuale responsabilità per danno erariale». Resteranno ora delusi gli ultimi nostalgici del fax, per una macchina amministrativa che consuma 11 milioni di tonnellate di carta all’anno e alla disperata di ricerca di strumenti efficaci di contenimento costi (ricordate la spending review?).
Corriere.it – 4 agosto 2013