Crescita e stabilità viaggeranno a braccetto. Dopo gli annunci di più di un ministro e i tavoli delle ultime due settimane, il Governo si prende una pausa di riflessione e in nome della collegialità rinvia il varo del decreto per la crescita alla metà di ottobre (salvo ulteriori ripensamenti il 13 ottobre). Proprio quando l’Esecutivo presenterà alle Camere il disegno di legge di stabilità (la vecchia Finanziaria).
Dal canto suo il Pdl ha già detto che serviranno altri 15 giorni. Due settimane in cui la neo commissione “partito-gruppo” costituita dai vertici del Pdl metterà a punto una serie di misure da presentare a Palazzo Chigi e al ministro Tremonti.
Infrastrutture, semplificazioni e sviluppo restano le tre direttrici su cui si dovranno muovere le scelte di maggioranza e Governo, così come prevede espressamente la nota di variazione del Def. E che, come ha già più volte indicato l’Economia, dovranno essere interventi a costo zero. Ma quello sulle infrastrutture, che prima della contestazione dell’Ance al ministro Matteoli appariva il più strutturato, è ripreso serrato il confronto all’interno del Governo sulle misure da adottare.
Si parte sempre dalle proposte già formulate dal ministro e presentate al tavolo dell’Economia a banche e imprese. A partire dalla “Tremonti infrastrutture” che prevede la defiscalizzazione (Irap e Ires) per chi si aggiudica una concessione per la realizzazione di determinate infrastrutture. Ci sono poi i contratti di disponibilità, la possibilità di costituire società miste per lo sviluppo territoriale così come l’anticipo della gestione funzionale ed economica di opere o parti di opere connesse alle concessioni.
Sul tavolo del confronto ci sono sempre le proposte formulate in materia di finanziamento di lavori pubblici dal mondo bancario.
Tra queste la possibilità di prevedere che i crediti di soggetti che finanziano opere pubbliche o la gestione di servizi pubblici abbiano il privilegio generale sui beni mobili del concessionario con preferenza rispetto ai crediti relativi ai contributi di assicurazione obbligatoria, i tributi indiretti e diretti, nonché quelli previdenziali. Il mondo delle imprese, invece, punta sopratutto alla Carta costituzionale con un intervento sull’articolo 117 che includa la materia delle opere pubbliche o quelle di interesse strategico tra le “esclusive” dello Stato.
Le due settimane che porteranno al varo del Dl sulla crescita in aiuto dei “numeri” della legge di stabilità potranno consentire al Governo di approfondire anche le proposte formulate ieri dall’intero mondo produttivo così come di rimettere mano alle liberalizzazioni. Sul fronte privatizzazioni, invece, il ministro Tremonti ha messo in moto la macchina che dovrebbe portare a una riforma strutturale. C’è poi il capitolo semplificazioni su cui prosegue l’analisi tra il ministro Brunetta e la collega Bernini (Politiche Comunitarie) su un pacchetto di interventi che spaziano dall’introduzione di un vincolo alla legislazione che non potrà introdurre nuovi oneri amministrativi senza aver espressamente indicato quelli cancellati, al controllo sul recepimento delle direttive comunitarie per evitare effetti di sovra-regolamentazione. Infine la Pa non potrà richiedere al cittadino e alle imprese qualunque tipo di certificati di cui è già in possesso.
Sembra invece tramontare l’ipotesi di più decreti formulata dal ministro Paolo Romani – è di difficile gestione nell’iter di conversione alle Camere proprio mentre parte anche la sessione di bilancio – mentre sul fronte dello sviluppo resta aperta la possibilità di una proroga triennale, anche se rimodulata, del bonus del 55% per l’efficienza energetica degli immobili
ilsole24ore.com – 2 ottobre 2011