Niente da fare. In Calabria, Campania e Molise i conti della sanità continuano a essere disastrati, e non c’è spazio per abbandonare le super-aliquote dell’addizionale Irpef e dell’Irap chiamate a ripianare i bilanci.
Il verdetto è stato annunciato oggi dal ministero dell’Economia, in seguito alla «costatazione», operata dai tavoli tecnici di verifica dei piani di rientro, del fatto che «si sono consolidate le condizioni per l’applicazione» delle super-imposta. Per l’anno d’imposta 2011, di conseguenza, l’Irap rimane al 4,97%, contro il 3,9% applicato nelle Regioni che hanno meno problemi di bilancio, e l’Irpef regionale resta all’ 1,7% (il tetto nelle altre Regioni è dell’1,4%).
Tradotto in cifre, significa che una piccola azienda, con 10 dipendenti e un imponibile poco sopra i 200mila euro, paga 10.600 euro in Campania, Calabria e Molise contro gli 8.300 versati da un concorrente che abbia sede in Lombardia o in Emilia. Un campano con 20mila euro di reddito, invece, deve versare alla Regione 340 euro all’anno, contro i 198 dovuti da un contribuente lombardo con lo stesso stipendio.
Dal novero delle Regioni-canaglia con i conti sanitari in extra-rosso esce invece il Lazio, che ha applicato le super-aliquote solo per il 2010 e adesso torna ai tetti massimi previsti dalla legge ordinaria, che impediscono di portare l’addizionale Irpef sopra l’1,4% e l’Irap oltre il 4,82 per cento.
Ilsole24ore.com – 23 giugno 2011