I tre quarti del carico di lavoro familiare in una coppia poggiano sulle spalle della donna, con una percentuale che in sei anni si è ridotta di meno di un punto e mezzo, passando dal 77,6% del biennio 2002-2003 al 76,2% registrato nel biennio 2008-2009 dall’Istat, per l’indagine statistica su «La divisione dei ruoli nelle coppie». Per analizzare il grado di condivisione dei carichi di lavoro familiare nella coppia, l’Istituto nazionale di Statistica è ricorso al cosiddetto “indice di asimmetria” che misura nel caso particolare preso in esame quanta parte del tempo dedicato da entrambi partner al lavoro domestico, alla cura dei figli e all’acquisto di beni e servizi viene svolto dalla donna.
«Persiste una forte disuguaglianza di genere nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner. L’asimmetria nella divisione del lavoro familiare è trasversale a tutto il Paese, anche se nel Nord raggiunge livelli più bassi. Le differenze territoriali sono più marcate nelle coppie in cui lei non lavora. L’indice assume valori inferiori al 70% solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora e non ci sono figli e nelle coppie in cui la donna è una lavoratrice laureata». Rispetto all’indagine statistica di sei anni prima, l’asimmetria rimane invece stabile nelle coppie in cui la donna non lavora, raggiungendo quota 83,2%. Cala, invece, nelle coppie con donna occupata, passando dal 73,4% al 71,4%. Un calo che riguarda, però, sostanzialmente solo le coppie con figli: in presenza di due o più figli l’indice passa, infatti, dal 75,0% al 72,2%.
«Pur lasciando in evidenza la persistenza di un’asimmetria elevata nella divisione del lavoro familiare, prosegue il contenimento del lavoro familiare da parte delle donne – sottolinea l’Istat – Ad esempio, la durata del lavoro familiare cala di 15 minuti, ma tale tendenza non riguarda tutte le donne: esso si concentra sulle madri e in particolare sulle madri lavoratrici, per le quali il tempo di lavoro familiare scende da 5 ore e 23 minuti a 5 ore e 9 minuti. La riduzione del tempo dedicato al lavoro familiare si associa a una redistribuzione delle attività che ricadono al suo interno: cala di 14 minuti il tempo delle madri per il lavoro domestico e cresce, anche se lievemente, il tempo per la cura dei bambini fino a 13 anni».
È comunque «stabile il tempo dedicato dagli uomini al lavoro familiare, 1 ora e 43 minuti, mentre diminuisce il numero di quanti in un giorno medio svolgono almeno una attività di lavoro familiare, dal 77,2% al 75,9%. Solo in presenza di figli e di una partner occupata si evidenzia un incremento di 9 minuti, passando da 1 ore e 55 minuti a 2 ore e 4 minuti del tempo di lavoro familiare, che riguarda soprattutto il lavoro di cura dei bambini».
Cresce poi «il coinvolgimento nel lavoro domestico dei padri con partner occupata, anche se ciò non si traduce in un aumento del tempo dedicato». In sintesi, riassume l’Istat nelle sue conclusioni, «negli ultimi sei anni i cambiamenti nei tempi del lavoro familiare si sono dunque concentrati nelle coppie con donna occupata e con figli, ovvero nelle situazioni in cui l’onerosità del carico di lavoro complessivo che ricade sulle donne impone a queste una riorganizzazione dei tempi di vita. Anche in queste situazioni più gravose i mutamenti dei comportamenti maschili restano, però, lenti e limitati».
gazzettino.it
10 novembre 2010