Eleonora Baldwin: “Mi pesa sul cuore un macigno, perché avendo saputo prima quello che so oggi avrei usato le mie trasmissioni per mettere in guardia dai rischi”
Non è un problema solo del Terzo Mondo: la sicurezza alimentare è una questione di primaria importanza per tutti, indipendentemente dal livello di sviluppo del Paese in cui viviamo. I rischi di infezione da batteri e microorganismi nocivi sono ovunque, e spesso noi consumatori non siamo adeguatamente informati e tutelati sui pericoli che corriamo. La scarsa conoscenza dei rischi microbiologici associati agli alimenti rende difficile per i cittadini prendere decisioni consapevoli in materia di sicurezza alimentare. Le categorie più fragili, come le persone immunocompromesse, o in gravidanza, gli anziani e i bambini piccoli, sono particolarmente vulnerabili.
Fare da megafono è il nostro compito
Da anni sono impegnata a promuovere formaggi di qualità. Da sempre sono grande sostenitrice dei prodotti caseari a latte crudo, partendo dal presupposto che sono migliori: più buoni, più ricchi, più sani. Attraverso le mie trasmissioni su Gambero Rosso Channel, come ABCheese e Cheese Hunters, sovente do voce alla mia parzialità nei confronti dei prodotti a latte crudo. Ghiotto come me, ho iniziato a far mangiare formaggi a mio figlio fin da piccolo, introducendo quelli a latte crudo da quando aveva 7-8 anni. Sono stata critica e anche un po’ snob nei confronti dei miei rigidi compaesani oltreoceano, che i prodotti a latte crudo non li possono comprare per legge, e ho continuato a preferirli, ignara.
Poi, facendo ricerche per un articolo sulla tragedia accaduta ad una famiglia trentina, sono scesa nel baratro di un rabbit hole. Nel corso della lunga intervista, man mano che ho appreso i dettagli della battaglia della famiglia Maestri, tutte le mie certezze sono state smontate, una ad una. Ho scoperto con grande ignoranza che quei prodotti negli anni tanto decantati, e che ho somministrato senza pensieri a mio figlio – credendo anzi di far del bene – sono molto pericolosi per i soggetti fragili. Il delicato sistema immunitario di un organismo già stressato, o immuno-compromesso, in gravidanza oppure al di sotto dei 5 anni non riesce a combattere i batteri nocivi ingeriti, e soccombe. Il più delle volte in maniera irreversibile.
Che cosa è l’Escherichia coli
Il batterio Escherichia coli (E.coli) è presente nell’intestino degli animali e dell’uomo, e si annida nelle feci. I ceppi del batterio E.coli possono contaminare la carne cruda, le verdure non lavate, l’acqua contaminata, il latte non pastorizzato e i prodotti a latte crudo derivati. L’E.coli causa diverse forme di gastroenterite, con sintomi come diarrea, crampi addominali, nausea e vomito. Nei bambini piccoli, in particolare, i batteri contenuti nei cibi contaminati dall’Escherichia coli causano una condizione gravissima, la Sindrome Emolitico-Uremica (SEU). Si tratta di una delle malattie più frequenti causate dall’assunzione di prodotti contaminati. È un’infezione batterica che mette a rischio la funzionalità di vari organi, in particolare i reni, causata in particolare da ceppi produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina (STEC). La SEU colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai quattro anni, che sono particolarmente vulnerabili all’infezione. Per questo motivo, soprattutto nei bambini piccoli, è importante evitare il consumo di latte non pastorizzato se non precedentemente bollito e l’assunzione di prodotti freschi a latte crudo, nonché uova e carni non cucinate. I sintomi iniziali più comuni delle infezioni da STEC includono crampi addominali, diarrea, vomito, sonnolenza e debolezza muscolare, ma in casi più gravi possono verificarsi letargia, confusione mentale, torpore, convulsioni e coma.
Record di casi di infezioni da STEC in Italia
Ogni anno in Italia si registrano in media da 60 a 70 casi di SEU riconducibili a infezioni da STEC. Secondo l’ultimo rapporto del Registro Italiano della Sindrome Emolitico-Uremica, curato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con la Società Italiana di Nefrologia Pediatrica, nel 2022 sono stati segnalati 91 casi, con un incremento del 40% rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Più della metà dei casi (50) quell’anno si sono verificati durante la stagione estiva, con un aumento del 150% solo nel mese di giugno rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Tra il 1 luglio 2022 e il 30 giugno 2023, i casi registrati sono stati 73, il 95,9% dei quali (70 casi) sono riferibili alla popolazione pediatrica.