Peste suina africana, calo delle esportazioni e alti costi di produzione sono solo alcune delle difficoltà che sta affrontando il settore suino in Unione Europea. Un gruppo di esperti ha stilato ventisei raccomandazioni per creare un settore più sostenibile: più informazioni per i consumatori, spinta sul consumo di parti meno comuni delle carcasse e ricerca per i vaccini contro le malattie sono alcuni fra i principali suggerimenti. La Commissione Europea propone più spazio negli allevamenti. Gli investimenti Ue nel settore sono oltre 9 miliardi di euro dal 2014 ad oggi, e alcuni bandi di partecipazione sono ancora aperti per il 2023.
Dalla peste suina africana al blocco delle esportazioni
Secondo i dati della Commissione Europea, l’Ue è il secondo produttore mondiale di carne di maiale dopo la Cina (i principali produttori in Ue sono, in ordine, Spagna, Germania, Francia, Polonia, Paesi Bassi, Danimarca e Italia), ed è leader mondiale nelle esportazioni di carni suine e prodotti derivati, con esportazioni medie di circa 5 milioni di tonnellate all’anno, soprattutto verso Cina, Regno Unito e Giappone.
Tuttavia, negli ultimi anni, una serie di fattori fra cui il calo delle esportazioni a causa del covid-19, l’aumento dei costi di produzione e il diffondersi della peste suina africana hanno comportato non poche difficoltà per il settore. In particolare, la peste suina africana è ancora diffusa in dieci Paesi Ue (Bulgaria, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Romania, Polonia e Slovacchia), e dal 2018 ad oggi sono morte centinaia di migliaia di specie in Europa.
Il gruppo di riflessione sul settore suino
Per far fronte alle difficoltà che hanno messo a repentaglio il settore suino, lo scorso anno la Commissione Ue ha deciso di istituire un gruppo di lavoro, formato da esperti di diverse organizzazioni come Copa Cogeca, Ceja, Eurocommerce, Ifoam, Fesass e dai 27 Stati membri, che ha stilato nel corso di dieci incontri (da marzo 2022 a gennaio 2023), con la partecipazione di cento, centotrenta partecipanti connessi da remoto, dei suggerimenti per supportare e rendere più sostenibile il settore.
Questo gruppo ha inviato alla Commissione Europea il suo report finale con ventisei suggerimenti divisi in diverse macroaree.
Eccone alcuni:
- Promuovere la cooperazione tra i produttori di suini, ridurre la dipendenza da partner inaffidabili, utilizzare tutti gli strumenti dei Piani Pac in favore del settore, valorizzare le proteine come fonte di nutrimento per i suini, promuovere usi alimentari che valorizzino le parti meno favorite della carcassa, incentivare i venditori a vendere anche le parti meno richieste delle carcasse invece di offrire solo le parti più richieste, promuovere allevamenti più sostenibili e di qualità.
- Ambiente e sfide climatiche: promuovere l’uso di fertilizzanti organici per i mangimi, tra cui i prodotti Renure, e soluzioni di biogas basate sull’utilizzo di residui e scarti organici.
- Innovazione e ricerca: migliorare l’informazione per i consumatori, trasferire più conoscenze tra allevatori, consulenti e ricercatori.
- Salute e benessere animale: supportare misure per la gestione dei cinghiali e lo sviluppo di un vaccino contro la peste suina africana, ridurre l’uso di antibiotici per i suini.
La risposta della Commissione Europea
Il commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, si è detto d’accordo con l’utilizzo degli strumenti Pac per rafforzare il settore, mantenendo la qualità e aumentandone la sostenibilità, e ha rimarcato l’importanza delle esportazioni delle parti meno richieste dei suini.
Sul campo della ricerca e dell’innovazione, ha voluto ricordare il programma Horizon Europe, che ha investito dal 2019 ad oggi circa 9 miliardi di euro nella ricerca nell’area “Cibo, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente”, e diversi bandi per supportare l’alimentazione e la salute animale in Ue – tra cui Roadmap e PoshBee – ancora aperti per il 2023, mentre ulteriori 7 miliardi di euro verranno dedicati, nell’ambito della nuova Pac, al miglioramento della salute animale.
Infine ha suggerito un ampliamento dello spazio abitativo per i suini di almeno il 20%, o una combinazione tra l’aumento dello spazio (dal 15% al 20%) e altre azioni che migliorano le condizioni abitative, come ad esempio un aumento dei materiali di arricchimento negli allevamenti (sistemi di liquami e di pavimenti fessurati, come ad esempio paglia tagliata lunga, erba medica e corde di canapa) e un più efficiente controllo del microclima.
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