«Il Governo intende adottare, a breve, misure per favorire l’occupazione, in particolare quella giovanile e femminile. È intenzione dell’Esecutivo affrontare in un secondo momento, cioè dopo l’estate, ogni eventuale intervento» sugli effetti della riforma Fornero sulle pensioni.
Sono le indicazioni fornite dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in occasione del question time alla Camera. In serata, con una nota firmata dallo stesso Giovannini e dal responsabile dell’Economia Fabrizio Saccomanni , si smentisce «fermamente che il governo stia valutando l’ipotesi di abbassare a 62 anni l’età del pensionamento, con ciò stravolgendo la riforma pensionistica adottata dall’Italia nel 2011». Il chiarimento è arrivato in risposta alle indiscrezioni del quotidiano tedesco Faz. Sostegno ai datori di lavoro che assumono i giovani Nel question time alla Camera Giovannini spiega in che direzione intende muoversi l’Esecutivo, confermando che è allo studio «un pacchetto di misure straordinarie e urgenti», che «avranno il compito di contrastare la grave situazione occupazionale che stiamo attraversando con l’obiettivo di ridurre l’ampio numero di giovani disoccupati». Il Governo intende muoversi su «più piani d’azione», ha detto il ministro, attraverso «interventi mirati che avranno componenti normative e alcune finanziarie per stimolare nuova occupazione all’interno dei quadri di finanza pubblica definiti». Dal momento che il Governo non ricorrerà alla ormai tradizionale manovra estiva per reperire nuove risorse «ci muoviamo in stretti vincoli di bilancio». Il Governo sta studiando «la possibilità di sostenere i datori di lavoro che assumeranno i giovani sotto i 30 anni», sono «numerose le ipotesi in campo» (decontribuzione, credito d’imposta, finanziamenti in conto capitale) nella «consapevolezza delle difficoltà legate a fonti di copertura». Disciplina dei contratti a termine più flessibile Il ministro ha ribadito che sono all’esame alcuni interventi “a costo zero” di modifica della legge Fornero, la numero 92 del 2012, per «rendere più flessibile la disciplina sui contratti a termine», nonché «alcune misure per rendere più agevole il ricorso all’apprendistato per dare una prospettiva a medio termine ai giovani e non solo forme di precariato». Quanto alla questione “esodati”, l’Inps ha accolto la richiesta del ministro ed ha inziato la pubblicazione sul sito del monitoraggio dei primi 62mila lavoratori salvaguardati sui complessivi 130mila oggetto di tre successivi decreti. «È intenzione del Governo – ha aggiunto il ministro – realizzare in pieno il programma volto all’integrale utilizzo degli eventuali risparmi di spesa derivanti dalla gestione delle procedure degli esodati già avviate per finalità di tutela rivolte comunque alle platee di lavoratori maggiormente incise dalla recente riforma pensionistica». Possibile un nuovo intervento sulle pensioni d’oro Infine il ministro non ha escluso un nuovo intervento sulle pensioni d’oro, anche se bisogna fare i conti con la sentenza della Corte costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità delle norme approvate nel 2011 sul contributo straordinario del 5% per la quota eccedente i 90mila euro. Il contributo di solidarietà deciso a suo tempo, secondo Giovannini «è stato visto dalla Consulta come un intervento sostanzialmente fiscale, che come tale deve essere progressivo», diventa così difficile «tagliare un reddito per il solo fatto che deriva dalla pensione». Ecco in sintesi la direzione di marcia che si sta prendendo sul tema: «È stata avviata una riflessione sulla possibilità di non limitarsi a riguardare i trattamenti pensionistici quali ordinarie fonti di reddito, ma di enfatizzare gli aspetti solidaristici, i quali sono sottesi alle disposizioni che hanno fino ad oggi consentito di erogare trattamenti talora di elevatissimo ammontare». Secondo Giovannini, seguendo questa linea è possibile «individuare m eccanismi idonei per affrontare la questione».
Il Sole 24 Ore – 13 giugno 2013