ROMA – Ventisette cuccioli di cani di razze pregiate (ad esempio Carlini, Akita, Sharpei, Labrador, ecc), 175 documenti comprovanti la vendita degli animali, 130 passaporti ungheresi di cani oltre a svariati documenti sanitari, materiale informatico, telefoni cellulari, computer, medicinali veterinari, siringhe per inserimento microchip, microchip e vari documenti contabili.
A tanto ammonta il sequestro realizzato dal Corpo forestale dello Stato dei Comandi provinciali di Pistoia e Prato nell’ambito dell’operazione kutya finalizzata a stroncare un traffico di cani provenienti illegalmente dall’Ungheria (“Kutya” è la traduzione ungherese del termine “cane” ).
Coordinati dalla Procura della Repubblica di Pistoia, gli agenti forestali hanno effettuato perquisizioni domiciliari ed eseguito l’ordinanza di misura cautelare in carcere a carico di tre persone, due uomini di nazionalità italiana ed una donna di nazionalità ungherese.
L’indagine nasce a seguito di alcune denunce presentate nell’estate 2010 da cittadini vittime di truffa e frode nell’esercizio del commercio. Gli accertamenti del personale del Corpo forestale dello Stato, grazie anche alla collaborazione del Servizio veterinario della ASL 3 di Pistoia, hanno permesso di appurare come i cuccioli, in gran parte venduti tramite annunci su siti internet, non provenissero dall’allevamento dichiarato, peraltro esistente solo sulla carta e comunque risultato essere privo anche di qualunque tipo di autorizzazione, sia sanitaria che urbanistico-edilizia.
Per l’illecita attività, posta in essere da padre, figlio e convivente con il coinvolgimento di altri soggetti “prestanome”, è stato formulato il reato di associazione a delinquere finalizzata al falso, truffa e frode in commercio. Attività che non si è fermata neppure dopo i ripetuti sequestri di cuccioli e le perquisizioni domiciliari: gli indagati, infatti, hanno continuato a vendere i cani, giungendo a presentare false denunce di smarrimento dei telefoni a loro sequestrati, solo per avere delle sim card con gli stessi numeri e poter continuare ad essere contattati dalle persone interessate agli acquisti pubblicati su internet e riviste specializzate . L’intervento del Corpo forestale dello Stato si colloca tra le altre numerose operazioni di polizia giudiziaria sul territorio nazionale, tutte volte a debellare il fenomeno del maltrattamento degli animali.
Il Parlamento italiano – con legge n. 201 del 2010 – ha ratificato una Convenzione del Consiglio d’Europa risalente al 1987 e riguardante la protezione degli animali. Con la normativa entrata in vigore il 4 dicembre 2010 è stato inserito nell’ordinamento italiano, un nuovo reato: quello di “traffico illecito di animali da compagnia” (art. 4, legge 201 del 2010), che prevede pene che vanno da tre mesi a un anno di reclusione (oltre ad una sanzione fino a 15.000 euro), per chiunque introduce, trasporta, cede o riceve nel territorio nazionale animali da compagnia privi di sistemi per l’identificazione individuale (il cosiddetto ‘microchip’) e delle necessarie certificazioni sanitarie. La Forestale invita quindi tutti quelli che desiderino acquistare un cane a diffidare da operatori o commercianti non autorizzati
Ansa – 23 febbraio 2011