Regione, ecco il «presenziometro». Dopo le 77 richieste di rinvio a giudizio a Rovigo (nella sede della stessa Regione Veneto, ndr), la procura indaga su alcuni dipendenti scaligeri. Padrin: «Il caso Verona ci fa male». Tu chiamalo, se vuoi «presenziometro ». Un modello statistico, basato su un’analisi delle presenze e delle assenze dei dipendenti delle 24 aziende sanitarie del Veneto, attraverso il quale scoprire eventuali «furbetti del cartellino », quelli che timbrano e poi lasciano l’ufficio per andare in posta, al bar, a fare la spesa. Ci sta lavorando la Regione, su proposta del gruppo Pdl in consiglio regionale. «Ne parleremo in commissione Sanità giovedì prossimo – spiega il presidente Leonardo Padrin – e vedremo insieme agli altri consiglieri come sia possibile allestire questo strumento, che credo si rivelerà utilissimo».
«Tutti i partiti, d’altronde, mi hanno già manifestato l’intenzione di intervenire in modo radicale contro l’assenteismo, un fenomeno già di per sé odioso, ma che assume contorni ancora più gravi in ambito sanitario». E se non si trova il responsabile a pagare sarà il Dg.
Nessuno si stupisca che l’iniziativa parta dal consiglio regionale anziché dalla giunta: da meno di un anno, infatti, il servizio ispettivo nelle Usl è passato sotto il controllo di Palazzo Ferro Fini. «Qui non si tratta di perseguitare chi va a bere un caffè – spiega il vice capogruppo del Pdl Piergiorgio Cortelazzo -ma di scovare e punire chi se ne approfitta, vivendo sulle spalle degli altri». L’esempio da seguire è quello dei controlli già effettuati sulla gestione dei flussi di cassa, «dove in alcuni casi risultavano delle anomalie nei pagamenti dei ticket – spiega Padrin -. Abbiamo verificato e rimediato. Lo stesso accadrà per le assenze ». L’idea è quella di effettuare un monitoraggio a campione su diverse Usl, scelte in modo tale da rappresentare l’intero sistema sanitario regionale, quindi verrà creato un modello basato su indicatori capaci di evidenziare quelle che sono le assenze «fisiologiche» e quelle che invece dovrebbero indurre a qualche sospetto, tenuto conto anche delle ferie, delle malattie e dei permessi. «Se si registrano strane assenze, ad esempio in concomitanza di alcuni eventi sportivi, oppure a ridosso delle vacanze, può partire una segnalazione alla direzione generale, con richiesta di chiarimenti e, se sarà il caso, di provvedimenti disciplinari », continua Padrin.
Ed un’occhiata verrà data anche al carico degli amministrativi, ossia degli impiegati: «Senza voler accusare nessuno, vi sono realtà in cui il numero del personale tecnico e amministrativo appare decisamente sovradimensionato se confrontato con quello di altre Usl. Ci sono diverse esigenze? Una differente organizzazione del lavoro? Vedremo. Certo è che lì, più che tra il personale sanitario, rischiano di annidarsi fenomeni di assenteismo grave». L’iniziativa, ovviamente, prende le mosse anche dal recente caso scoperto da Striscia la Notizia, che ha ripreso in segreto nove presunti assenteisti, finiti ora al centro di un’indagine interna dell’Usl 20 di Verona, di un controllo del servizio ispettivo regionale e pure, il che è certo l’aspetto più grave, di un’inchiesta della procura scaligera, con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Un caso che si aggiunge a quello su cui già indaga la magistratura di Rovigo, che riguarda però altri uffici decentrati della Regione ossia il Genio civile, l’Ispettorato dell’agricoltura e l’Ufficio relazioni col pubblico (un mese fa è stato chiesto il rinvio a giudizio per 77 persone). «Dobbiamo capire se si tratta di episodi sporadici oppure di una malattia cronica», chiude Padrin. A cui si aggiunge il capogruppo Dario Bond: «Non sarà una caccia alle streghe ma certi episodi non possono passare sotto traccia, perché minano l’affidabilità dei servizi e la fiducia nelle istituzioni. Non vogliamo che il Veneto venga paragonato ad altre zone del Paese, particolarmente note per il loro malcostume».
Corriere del Veneto – 19 aprile 2012
Assenteisti Usl. La Regione invia gli ispettori. Se non si individua il responsabile pagherà il Dg
Zaia duro: «Verifiche accurate, punizioni per i responsabili». Si muove il Consiglio dopo il clamoroso caso scoppiato a Verona con “Striscia la notizia”
Il colpo è arrivato lunedì sera da “Striscia la Notizia”, con un servizio che messo nel mirino con video e interviste l’Ulss 20 di Verona e alcuni suoi dipendenti: le telecamere nascoste hanno svelato lavoratori che timbrano e poi se ne vanno al bar a leggere il giornale, ne approfittano per fare shopping, andare in tintoria («tipico caso di assenteismo su misura», hanno detto dallo studio) o si allontanano in auto. In video anche la reazione del direttore generale Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Ulss 20, che ha affermato indignata: «Questo non è assenteismo, ma delinquenza. Mi sento responsabile, pertanto chiedo formalmente la registrazione».
IL PRESIDENTE. Già martedì si era registrata la reazione del governatore Luca Zaia: «Restando doverosa la verifica fino in fondo delle responsabilità, chiunque risulterà responsabile sarà punito sonoramente sulla pubblica via. Di certo non ce la metteremo via, perché questa è l’occasione per fare chiarezza. Anche perché io devo tutelare una foresta silenziosa, e cioè tutti quei dipendenti che si comportano con correttezza e con estremo senso del dovere».
IL CONSIGLIO SI MUOVE. Ieri però in Consiglio regionale è partita l’offensiva regionale, targata soprattutto Pdl. In una conferenza stampa improvvisata il capogruppo Dario Bond e il vice Piergiorgio Cortelazzo hanno affiancato Leonardo Padrin, presidente della commissione “Sanità”, per dare un annuncio: a Verona saranno inviati i tecnici del Servizio ispettivo regionale, che fanno capo appunto a palazzo Ferro Fini e non alla Giunta. «Avete visto in tv la vicenda di timbrature e uscite per fare la spesa. Vogliamo fare chiarezza, e vorrei – aggiunge Bond, con Cortelazzo – vedere i consiglieri regionali in persona che vanno a verificare in uffici e Ulss qual è l’entità di una serie di dati: quante ferie non godute, quanti permessi malattia, quanta carenza di personale, quanto dura un procedimento aministrativo, quanto tempo passa per il pagamento di una fornitura, qual è la lista d’attesa, come funziona il Cup, e se ci sono richieste di aumento di personale. Non possiamo essere paragonati a isole non felici della sanità come Campania, Puglia. Niente “commissioni d’inchiesta”, vogliamo mandare tecnici. Se vanno rivisti i sistemi di monitoraggio, bisogna farlo».
L’INDAGINE SI FARÀ PER CRITERI STANDARD. Il problema è che la denuncia emersa su “Striscia” non riguarda qualche caso anomalo, ma una sorta di abitudine che riguarda alcuni dipendenti: «Quella che emerge è una ‘malattia cronica’ – rimarca Padrin – e in un momento come questo comportarsi così è non dare al lavoro il valore che ha. Esiste un danno di immagine per la Regione che secondo me è quantificabile e riconducibile a chi l’ha fatto e chi l’ha permesso. Cercheremo di mettere a fuoco alcuni “indicatori” per verificare se c’è un malcostume e misurare questo malcostume. Chi ha titolo per farlo andrà ad analizzare le responsabilità e risarcire la pubblica amministrazione. Nell’arco di qualche giorno pensiamo di predisporre un controllo di sistema, predisponendo quei quesiti dalle cui risposte emergano eventuali anomalìe che meritano di essere approfonditi. Ad esempio: il grado di assenteismo nei giorni successivi ai festivi.».
«PAGANO I DG. «Io ci metto la faccia, ci vado anche io a controllare», sbotta Bond. E alla fine emerge il messaggio politico-base: «Ci sono i capiufficio, e poi c’è chi dirige la struttura intera». E poiché con il nuovo Piano sociosanitario si stabilisce che i direttori generali delle Ulss saranno valutati ogni anno sui conti e sul funzionamento dell’azienda «e se la valutazione è negativa si può mandare a casa il dg».Come dire: c’è assenteismo e non si riesce a individuare i responsabili? Allora pagherà il dg.
Il Giornale di Vicenza – 19 aprile 2012