«Bigoi». La «l», così evanescente da essere sparita del tutto, fa capire subito che si tratta di un marchio tipicamente veneto, anche se non strettamente veronese. E infatti, la mini catena di street food è sbarcata in città, silenziosamente, dopo essere nata a Venezia ed essersi trapiantata a Padova e a Vicenza. Venerdì ha aperto in largo Gonella, zona Porta Borsari, ormai diventato uno degli epicentri degli snack da passeggio nel centro storico. Il locale è noto in laguna: si trova a pochi passi dal consiglio regionale ed è frequentato, spesso, anche dai politici di palazzo Ferro Fini. La formula, però, è quella del pranzo veloce a un prezzo contenuto: i bigoli vengono dati in una coppetta biodegradabile, conditi, a un prezzo che oscilla tra i 5 e i 6,50 euro, oppure vengono venduti «sfusi» da fare in casa, a cinque euro al chilo. Nove le tipologie nel menu: tre «vegetariane» (pomodoro, pesto e norma), tre di carne (bolognese, amatriciana e all’anitra) e tre di pesce (alla pescatora, in salsa, seppie nere alla Veneziana). Tempo pochi giorni e arriverà un’esclusiva per il punto vendita veronese: quelli col «musso», ovvero al ragù d’asino, così come a Vicenza, sono stati proposti quelli con il baccalà.«Erano tre anni che ambivamo ad aprire a Verona – spiega Beppe Berto, titolare della catena – finalmente approdiamo anche qui. La nostra intenzione è quella di offrire un prodotto artigianale veneto: lo fanno gli altri con piadine e kebab, noi abbiamo puntato sui bigoli».
Il Corriere di Verona – 16 aprile 2017