«Prima di parlare di sale operatorie aperte al sabato, l’Usl saldi i 5 milioni di euro di straordinari non pagati». Il sindacato degli infermieri Nursind alza gli scudi, dopo l’annuncio del dg dell’azienda sanitaria vicentina Giovanni Pavesi di attivare interventi chirurgici come routine anche di sabato all’ospedale San Bortolo.
Per Andrea Bottega (Nursind) «c’è una carenza assoluta di personale, siamo pronti a portare il calendario dei turni in direzione provinciale del lavoro». Prudente la sigla Usb – «vogliamo prima vedere se ci sarà un aumento d’organico» dichiara Federico Martelletto – come pure i sindacati dei medici: «Bisognerà parlarne in tavoli tecnici, nel rispetto dei lavoratori» osserva Annalisa Zanon (Anaao). «Siamo favorevoli a patto che ci sia forza lavoro sufficiente: oggi non è così» avverte Luigi Dal Sasso (Cimo).
Pavesi ha parlato del reparto chirurgico attivo sei giorni su sette partecipando al consiglio comunale di Vicenza: «Per il personale ci saranno incentivi economici, dopo un’intesa coi sindacati dei medici e degli infermieri». Dura la replica del Nursind. «Per l’ex Usl 6 c’è una quantità di straordinari non pagati, nel complesso del personale, fra le 250mila e le 300mila ore per un totale di 5 milioni di euro arretrati – rileva Bottega – inoltre già oggi non si riesce a star dietro ai pazienti perché siamo troppo pochi, ci sono continuamente dipendenti richiamati dal riposo per coprire i turni. Chiediamo assunzioni, non proclami: invece per i primi nuovi assunti si dovrà attendere l’estate». Bottega e il segretario vicentino Andrea Gregori rincarano definendo «miope questa proposta della direzione generale: non si può tenere attivo il reparto chirurgico senza avere operativi, allo stesso modo, tutti gli altri reparti». Federico Martelletto, degli infermieri di Usb, spiega di essere «in attesa di vedere gli effetti dell’operato aziendale. I vertici aziendali ci hanno detto che con una riorganizzazione interna metteranno un paio di persone in più in Chirurgia, contemporaneamente chiedendo una maggiore flessibilità operativa del personale. È tutto da valutare se poi l’aumento di personale permetterà aperture anche il sabato: i numeri ci sembrano bassi».
I medici non sono contrari, ma ribadiscono il «nodo» del personale. Per Luigi Dal Sasso, segretario veneto del Cimo (medici ospedalieri), è fondamentale che prima «arrivino delle assunzioni. Attualmente siamo in difficoltà a coprire le attività da lunedì a venerdì, altro che sabato. Ma aspetto di vedere la proposta del direttore generale, che considero persona seria: se fa l’annuncio, vuol dire che sa di avere le risorse». Rimanda il giudizio a dopo un incontro con il dg anche Zanon dell’Anaao (medici dirigenti): «Ci incontreremo e ne parleremo. L’Usl però tenga presente che ci sono anche regole come l’orario europeo che vanno rispettate».
Il Corriere del Veneto – 9 febbraio 2017