Disco verde da Palazzo Chigi al testo definitivo del pacchetto varato venerdì scorso dal Governo ma mai inviato al Quirinale. Le modifiche riguarderebbero istruzione e aeroporti
Il testo definitivo del decreto sulle semplificazioni è stato approvato dal Consiglio dei ministri. È quanto si apprende da fonti ministeriali. Il testo, già licenziato venerdì scorso da Palazzo Chigi, è tornato sul tavolo del Governo per alcune riformulazioni tecniche. Le modifiche, secondo le indiscrezioni della vigilia, riguarderebbero l’istruzione e gli aeroporti.
Nuovo esame in Cdm per limature tecniche
Il nuovo passaggio in Cdm si sarebbe reso necessario per alcune limature tecniche chieste dalla Ragioneria generale dello Stato, come ha spiegato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Gli interventi investirebbero in particolare due capitoli: la riscrittura delle norme sulla scuola e una nuova disposizione sulle concessioni aeroportuali. Ma novità potrebbe esserci anche sul fronte dei magistrati e dei rapporti con le Regioni.
Salta norma su liberalizzazione delle sale cinematografiche
Non ci sarà, invece, nel testo definitivo la norma che prevedeva autorizzazioni più facili per le sale cinematografiche entro i 3mila posti. La norma, presentata dal ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, venerdì scorso insieme ad un altro pacchetto di disposizioni per i beni culturali, aveva suscitato polemiche nel settore del cinema. È lo stesso Ornaghi a confermare lo stralcio in una nota diffusa dal ministero. «In sede di approvazione definitiva del decreto in materia di semplificazioni, ha ritenuto opportuno procedere, dopo aver preso atto delle molteplici e differenti osservazioni sollevate da più parti, alla richiesta dello stralcio del provvedimento relativo all’apertura di nuove sale cinematografiche al di sotto di 3mila. La pausa di approfondimento – conclude la nota – consentirà di ascoltare le valutazioni di tutte le parti interessate a favorire uno sviluppo armonico e condiviso del settore cinematografico».
Ansa – 3 febbraio 2012