Servizi veterinari veneti dagli organici sempre più risicati, da una parte, e nuovi compiti da svolgere, dall’altra. Se poi uno di questi compiti consiste nel mero inserimento di dati informatici che la Regione pretende sia eseguito dai veterinari pubblici (perché?), è lecito chiedersi quanto questa operazione andrà a discapito dell’attività di sanità pubblica. Il segretario del SIVeMP Veneto, Roberto Poggiani, ha dato voce alle perplessità della categoria con una lettera aperta indirizzata alla responsabile del dipartimento di prevenzione Giovanna Frison, all’assessore Luca Coletto e al presidente della V commissione Leonardo Padrin. All’attenzione della nota le delibere 21 marzo 2011 e 22 dicembre 2010.
«Rimane tutto da dimostrare – scrive il segretario SIVeMP Veneto – che il lavoro finale di mero inserimento dati, mansione di bassissimo contenuto tecnico-scientifico che non richiede alcuna specializzazione di tipo medico veterinario, non possa essere eseguito da personale amministrativo non qualificato come si è già fatto con l’anagrafe bovina. Perché non viene demandato a quello stesso personale anche questa incombenza? Siamo sicuri che sia economicamente remunerativo pagare un decimo livello per fare un lavoro da quarto livello? E, ci chiediamo, di tutto questo la Regione si rende conto?»
E aggiunge: «In estrema sintesi: nel tempo lavorativo o il veterinario inserisce dati e fa l’applicato di segreteria o svolge i compiti precipui di sanità pubblica. Se il suo tempo è occupato nella prima mansione, è abbastanza evidente che questo andrà a detrimento della tutela della salute pubblica. È questo il risultato che vogliamo raggiungere?».
30 marzo 2011