Il ministro: non possiamo stabilizzarli tutti. Esuberi oltre quota 7mila. Possibilità di rinnovare i contratti di lavoro a termine anche oltre il tetto dei 36 mesi attualmente previsto
NO alla stabilizzazione di massa. Nella migliore delle ipotesi si potrà procedere in maniera graduale. Il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ieri nel corso di un’audizione alla Camera è tornato sull’argomento che, più di ogni altro, in questo periodo scatena proteste solo a nominarlo: i dipendenti pubblici. Passando dalla padella degli esuberi a una brace altrettanto ardente, la stabilizzazione degli atipici’ della Pubblica amministrazione.
SECONDO i numeri della Ragioneria generale dello Stato, «ci sono 260mila precari, considerate tutte le forme di flessibilità». Così ha esordito il ministro, facendo anche i conti nel dettaglio: 130mila nella scuola, 115mila nella sanità ed enti locali e 15mila nelle amministrazioni centrali. «Non si può pensare a una stabilizzazione di massa — ha proseguito —, sarebbe contro il dettato costituzionale e annullerebbe la possibilità di entrata nelle amministrazioni pubbliche dei giovani. Ogni soluzione deve essere graduale». Una scappatoia alla quale si sta lavorando prevede di «mandare a regime una norma già varata dal precedente Governo, incentrata sulla previsione di una riserva di posti costante nei concorsi pubblici per il personale con contratti a termine che abbia maturato esperienza triennale nella Pubblica amministrazione». In aggiunta, si lavora per dare la possibilità alle varie amministrazioni «di rinnovare i contratti di lavoro a termine anche oltre il termine dei 36 mesi attualmente previsto». Per arricchire il piatto, il ministro ha anche aggiornato il conteggio degli esuberi. Negli enti previdenziali e negli enti parco, dovrebbero esserci circa 3.300 eccedenze di personale non dirigenziale. Questo numero, cumulato alle circa 4mila eccedenze già conteggiate nelle scorse settimane, porta i tagli da assestare nelle amministrazioni centrali oltre quota 7.300. Sulla questione i partiti scelgono il silenzio o reazioni timide. Mentre un altro ministro, il responsabile della Salute, Renato Balduzzi, in serata sottolinea che Patroni Griffi «ha detto la verità agli italiani, con cifre e dati». Non sono d’accordo i sindacati che, invece, attaccano a testa bassa. E chiedono soprattutto un’iniziativa concreta: attuare immediatamente la proroga promessa per i contratti in essere. Solo dopo si potrà parlare di soluzioni a regime. Molti precari, infatti, sono in scadenza il 31 dicembre e rischiano di restare senza copertura.
IL LEADER della Cisl Raffaele Bonanni spiega: «Patroni Griffi non può fare come lo struzzo, che mette la testa sotto la sabbia per non vedere quello che c’è. I precari non li abbiamo creati noi». Ancora più dura la Uil. «Le parole del ministro ci confermano l’idea di una Pubblica amministrazione allo sbando. Si continuano a dare i numeri su tagli, eccedenze, senza dire nulla sulle prospettive di efficienza», afferma Paolo Pirani, segretario confederale della Uil. Ma la reazione più forte arriva dalla Cgil, per bocca del segretario generale della sigla di settore, Rossanna Dettori: «I dati sui precari nella Pubblcia amministrazione dimostrano che il ministro è in stato confusionale».
Il Resto del Carlino – 6 dicembre 2012