Paolo Russo. Si stringe il cerchio delle indagini giudiziarie intorno a Stamina e a chi ne avrebbe favorito l’ingresso negli ospedali pubblici italiani senza uno studio, un test o qualcosa che ne documentasse la sicurezza e almeno la presunzione di efficacia. Su Davide Vannoni potrebbe scattare a breve la richiesta di rinvio a giudizio anche per «esercizio abusivo della professione medica».
Mentre si profila un altro rinvio a giudizio, questa volta per danno erariale, di chi avrebbe aperto le porte degli ospedali pubblici alla Stamina Foundation.
I testimoni sembrano fare oramai la fila davanti alla stanza del Procuratore di Torino, Raffaele Guariniello. I pazienti che avrebbero denunciato di essere stati raggirati per decine di migliaia di euro sarebbero oramai saliti a 70. Ed alcuni di loro riferiscono di un Vannoni in camice bianco e zoccoli ai piedi, che così sarebbe stato fatto girare anche tra i pazienti degli Spedali Civili di Brescia, facendo confondere la sua qualifica di professore in sociologia con quella di medico. Ma il rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione medica poggia sulle carte. In nostro possesso e già sulla scrivania di Guariniello. La prima è datata 24 maggio 2012 ed è rivolta alla direzione sanitaria dell’ospedale Bresciano, dove pochi giorni prima un’ispezione dell’Aifa, oltre a condizioni igieniche incompatibili con una coltivazione cellulare, aveva rilevato anche l’assenza di qualsiasi documentazione sui reagenti utilizzati. Che avrebbero potuto essere anche contaminati con rischi persino letali per i pazienti, avevano denunciato sempre gli uomini dell’Agenzia ministeriale del farmaco. E come risolvono la questione agli Spedali civili? Accontentandosi dell’autocertificazione su atossicità e sterilità degli stessi reagenti, spedita appunto il 24 maggio e firmata non da un medico ma da un laureato in lettere: Davide Vannoni, che per questo e un altro protocollo da lui indirettamente firmato, rischia il rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione medica in aggiunta a quello per «associazione a delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e dannosi alla salute, nonché alla truffa».
In questa pantomima a sorprendere sempre più è comunque il comportamento di un ospedale pubblico come quello di Brescia. Una riprova si ha dal verbale dell’ispezione Aifa del 23, 24 maggio dove la dottoressa Arnalda Lanfranchi, responsabile del laboratorio, ammette candidamente a ispettori e carabinieri dei Nas che «le attività svolte da Stamina erano coperte da brevetto (ndr, mai rilasciato da alcuna autorità) e che pertanto era soltanto a conoscenza della tipologia di attività che veniva svolta in laboratorio, in quanto eseguita dagli operatori della Stamina, mentre non era a conoscenza dei materiali utilizzati». Una delega in bianco sulla quale la procura sembra volerci vedere più chiaro.
Intanto i pazienti in cura Stamina e i loro genitori annunciano: «il 28 presenteremo i certificati medici e gli esami strumentali in nostro possesso attestanti l’assenza di effetti collaterali e i miglioramenti conseguiti». Dei quali non c’è però traccia nella cartelle cliniche di Brescia in nostro possesso. Molte di queste un riscontro clinico non lo hanno proprio, qualcuna si basa su impressioni personali di un paziente e un paio di videotape di genitori disperati. Ma dove i riscontri ci sono ecco cosa abbiamo trovato. «Paziente adulto Ta9, Sclerosi multipla, al 30 settembre si segnala aggravamento del quadro clinico». «Paziente Fa5, Parkinsonismo atipico, la visita effettuata il giorno dell’ultima infusione segnala aggravamento delle condizioni cliniche, comprese neurologiche». «Paziente pediatrico Gg12, dopo nuova infusione dell’8 ottobre 2013 in data 25 novembre permane un grave ipotonia generalizzata con assenza del capo e del tronco». E così via.
Intanto mentre le indagini vanno al galoppo lo staff di Vannoni il 15 gennaio volerà a Miami per far testare i loro preparati al diabetologo Camillo Ricordi, direttore dell’istituto di ricerca su diabete in Florida. Un professore di fama, con mille addentellati nel business internazionale delle staminali e che fino ad oggi è andato controcorrente rispetto alla stragrande maggioranza dei sui colleghi scienziati, mostrandosi possibilista rispetto a Stamina. A breve anche Guariniello potrebbe ascoltarlo per capirne di più.
La Stampa – 23 dicembre 2013