Saltano le assunzioni di 6 mila tra infermieri e medici, almeno per ora. Con un colpo di scena l’emendamento che doveva dare il via ad un’operazione inedita negli ultimi ed economicamente difficili anni per la sanità, è saltato ieri sera. E questo malgrado il provvedimento fosse già stato bollinato dalla ragioneria dello Stato. Al ministero alla Sanità non nascondono il nervosismo per quanto accaduto e annunciano che la norma adesso seguirà il normale percorso parlamentare. Ma visto che le assunzioni sarebbero dovute partire già a gennaio, tutto slitterà di molti mesi.
L’idea era quella di recuperare le risorse necessarie alle assunzioni, circa 350 milioni di euro, dalla nuova legge sulla responsabilità professionale civile dei medici, che è stata scritta da Federico Gelli, responsabile sanità del Pd. I professionisti con la nuova norma rischiano di meno, dal punto di vista civile e penale. Si sarebbe inserito il primo aspetto nell’emendamento, per fare in modo che calasse la cosiddetta “medicina difensiva”, cioè la tendenza a prescrivere visite ed esami inutili. In questo modo si sarebbero ridotti gli sprechi e con le risorse recuperate si poteva assumere. Era tutto pronto per dare il via al provvedimento e fino all’ultimo al ministero della Sanità hanno pensato di far approvare un piano per certi versi storico, viste le difficoltà economiche in cui versa il sistema sanitario. Oltretutto le nuove assunzioni sarebbero servite a fronteggiare i nuovi orari imposti dall’Europa. Prevedono riposi più lunghi e turni settimanali più corti di quelli fatti in molti ospedali italiani, che così si sono trovati con carenze di organico. Visto che le assunzioni non si fanno, c’è da capire se si deciderà di intervenire in qualche modo sui nuovi orari.
Il Governo è al lavoro in queste ore per salvaguardare le nuove assunzioni di medici e infermieri necessarie a tamponare l’emergenza dovuta all’entrata in vigore del nuovo orario di lavoro con un nuovo emendamento. Il testo potrebbe subire, ad ogni modo, alcune piccole modifiche. Sembrerebbe, infatti, che si stia lavorando per accelerare la conclusione dell’iter dei nuovi concorsi straordinari per le assunzioni a tempo indeterminato, prevedendone la conclusione non più al 31 dicembre 2018 ma già a fine 2016.
Lo sciopero in arrivo. I medici si preparano allo sciopero nazionale di mercoledì 16. In agenda, proprio i tagli al Ssn e l’insostenibilità del lavoro, sempre più burocratizzato e stressante. Il tentennamento delle ultime ore sull’emendamento che avrebbe dovuto risolvere la questione turni, precari, e organici, aggiunge benzina sul fuoco.
I sindacati: «Non vogliamo ricominciare tutto da zero». Dalla Legge di Stabilità, ha affermato il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Giacomo Milillo, «sono saltate le norme relative alla responsabilità medica contro il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva, e questo perchè nessuno ha ritenuto credibile il meccanismo economico che partendo dai risparmi ottenibili con tali norme avrebbe dovuto finanziare le assunzioni del personale sanitario. Di conseguenza, salta anche l’emendamento per le assunzioni».
Per procedere con le assunzioni, necessarie per fare fronte all’emergenza relativa al personale sanitario dopo l’entrata in vigore della normativa Ue sull’orario di lavoro, «sarebbero necessari circa 600 mln di euro – rileva il segretario del sindacato dei medici ospedalieri Cimo, Riccardo Cassi – ma ora le cause che i medici intenteranno sicuramente, a fronte dei limiti di lavoro non garantiti, peseranno molto di più sui bilanci dello Stato dei fondi necessari per le assunzioni». Inoltre, aggiunge Cassi, «l’impegno a mettere le norme sulla responsabilità medica nella Legge di Stabilità era un impegno preso indipendentemente dalle assunzioni, che sono state “agganciate” dopo. Non vorremo ora dover ricominciare tutto da capo».
«Allo stato, l’emendamento è svanito» e, in ogni caso, «la mancanza di fondi adeguati – ha inoltre sottolineato il segretario del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed, Costantino Troise – porterà di fatto alla proroga di un altro anno per il rinnovo del contratto di categoria».
L’interrogazione dei M5S. La Commissione europea garantisca un equo orario di lavoro per i medici e il personale sanitario in Italia. Lo chiedono con un’interrogazione parlamentare gli eurodeputati M5S Piernicola Pedicini e Marco Affronte. Nel 2014 la Commissione europa aveva rinunciato a deferire l’Italia dinanzi alla Corte di giustizia Ue – ultimo passaggio di una procedura d’infrazione – per la violazione della normativa europea sull’orario di lavoro (2003/88/CE) da parte della normativa italiana sull’orario di lavoro dei medici e del personale del servizio sanitario nazionale. La direttiva europea prevede il limite di 48 ore per l’orario lavorativo settimanale medio e il diritto a periodi minimi giornalieri di riposo di 11 ore consecutive. “A distanza di un anno dall’entrata in vigore della legge, la situazione del personale medico italiano non è mutata”, spiegano i due eurodeputati M5S, “in quanto i medici sono ancora sottoposti a turni di lavoro spropositati e illegittimi, con il pericolo che venga messa a rischio la sicurezza delle cure nei riguardi degli ammalati”. Pertanto Pedicini a Affronte chiedono alla Commissione europea di considerare “una nuova procedura d’infrazione contro l’Italia così come aveva già fatto del 2011”.
Nella legge di Stabilità sono entrati invece altri provvedimenti sanitari, come la creazione di un fondo vincolato per la lotta alle ludopatie e la lista degli esami ritenuti inappropriati, che non verranno più forniti a carico del sistema sanitario pubblico. I cittadini che li vogliono fare comunque dovranno pagare di tasca loro. Per i medici che li prescrivono le Regioni potranno prevedere delle sanzioni. Questo secondo punto, a suo tempo il più discusso, deve ancora essere chiarito a livello locale.
La sorte del “risk”. Dopo il naufragio dell’ipotesi su un eventuale stralcio del pacchetto con le norme sul civile, il testo sulla responsabilità professionale prosegue in versione integrale il suo iter: potrebbe approdare tra domani e mercoledì nell’Aula della Camera. «Avevo dato la mia disponibilità a inserire alcuni articoli, in particolare quelli sulla responsabilità civile, nel testo della legge di Stabilità – afferma il relatore Federico Gelli – ma ora proseguiamo dritti sulla strada che riforma in modo sostanziale tutta l’area del contenzioso medico-professionale».
Repubblica – 14 dicembre 2015