Se si tagliassero del 50% le spese informatiche correnti della pubblica amministrazione, così come previsto dal maxi emendamento al Ddl di Stabilità, l’Inps non potrebbe svolgere le proprie funzioni. Lo ha detto il presidente Inps, Tito Boeri, nel corso di una audizione alla Camera spiegando che su 350 milioni di spesa corrente dell’istituto 198 sono assolutamente «incomprimibili». «È una decisione grave – ha detto – sono spese necessarie al funzionamento del sistema Inps e a fornire i servizi dell’Istituto».
Boeri ha poi spiegato che le spese correnti per l’informatica riguardano le licenze ma anche il cambiamento fisiologico dell’hardware. «In questo modo – ha detto – rischiamo di non poter accendere le macchine. Mi auguro che su questa decisione si torni indietro. Dal taglio sono esonerati il ministero dell’Economia e le agenzie fiscali nell’ottica della lotta all’evasione, lotta che fa anche l’Inps». Boeri ha ricordato che le banche dati richiedono una manutenzione costante e si è detto contrario al principio del trasferimento delle banche dati fuori dall’Istituto. «Il principio per cui si deve trasferire tutto al di fuori – ha detto rispondendo a un’osservazione di un membro della Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria – è pericoloso».
Sul tema delle pensioni, infine, Boeri ha riprecisato il senso delle sue proposte di riforma: «La nostra proposta riguarda l’uscita flessibile, le ricongiunzioni, l’assistenza e l’armonizzazione dei trattamenti». L’idea di una rimodulazione delle pensioni riguarderebbe solo gli assegni oltre i 3.500 euro lordi mensili. Per gli importi tra 3.500 e 5mila euro «non ci sarebbe un intervento automatico sul trattamento». L’intervento sarebbe graduale con il blocco della indicizzazione mentre per gli importi sopra i 5mila euro «l’aggiustamento sarebbe immediato». «Parliamo di una platea di 250mila persone – ha aggiunto Boeri – con una riduzione media dell’8% e con punte massime del 12%». Si tratta di pensioni ben più elevate rispetto ai contributi versati e di persone che sono andate in pensione prima rispetto all’età pensionabile. Lo stesso principio si applicherebbe ai vitalizi per cariche elettive. «Questo contributo consentirebbe la flessibilità in uscita» ha concluso Boeri.
Il Sole 24 Ore – 26 novembre 2015