Mentre Renzi annuciava in conferenza stampa lo stanziamento di 111 mld per il Fondo sanitario 2016, l’Aula di Montecitorio discuteva e approvava dieci mozioni presentate da tutti i gruppi parlamentari, nelle quali si chiedevano al governo iniziative volte ad assicurare “adeguate risorse” al Ssn e l’introduzione di quei costi standard promessi dal premier nella prossima legge di stabilità.
Proprio mentre il premier Renzi annunciava a margine del Consiglio dei ministri lo stanziamento nella prossima legge di stabilità di 111 mld per il Fondo sanitario, alla Camera venivano discusse e approvate 10 mozioni, presentate da tutti i gruppi parlamentari, concernenti iniziative per assicurare adeguate risorse al Servizio sanitario nazionale e per assicurare l’introduzione del sistema dei costi standard quale presupposto per l’effettività del diritto alla salute.
Dal Parlamento arriva quindi un segnale forte che, anche se cifre non ne sono state fatte, rappresenta indubbiamente un segnale di appoggio a chi, in prima linea le Regioni, chiede più risorse rispetto ai 111miliardi indicati fin qui dal Governo.
Mozione Rondini. La mozione presentata da Marco Rondini (Ln) è stata approvata, con il parere favorevole del Governo, solo nella parte riguardante il secondo impegno, ossia “ad assumere iniziative per un’immediata introduzione del sistema dei costi standard essendo il presupposto fondamentale per garantire il diritto alla salute, facendo sì che il costo ragionevole dei servizi e degli strumenti sanitari, a parità di disponibilità finanziarie, diventi il riferimento nazionale nell’ambito delle politiche sanitarie”.
Mozione Di Vita. La mozione presentata da Giulia Di Vita (M5S) et al è stata approvata dall’Aula solo nelle parti che hanno ricevuto il parere favorevole da parte del Governo: i risparmi derivanti dalla spending review in ambito sanitario e socio-sanitario vengano reinvestiti esclusivamente nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, al fine di ampliare ulteriormente i servizi erogati ai cittadini dal comparto sanitari; emanare provvedimenti efficaci e sistematici volti a prevenire i meccanismi e le prassi amministrative che favoriscono l’insorgenza di fenomeni di corruzione che incidono o determinano condizioni di inefficacia e inefficienza nell’erogazione dei servizi di tutela della salute, nonché gli sprechi di risorse pubbliche, in particolare in relazione alla gestione delle aziende sanitarie locali; rendere trasparenti le forme di utilizzo delle risorse pubbliche, nonché dei pagamenti effettuati, dando concreta attuazione alle normative già esistenti in favore della trasparenza, in particolare al decreto legislativo n.?33 del 2013, che si focalizza sulla pubblicazione on-line delle informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni; completare il programma di informatizzazione del Sistema sanitario nazionale previsto dall’articolo 14 del Patto per la salute, entro e non oltre le scadenze programmate dall’Agenda digitale, con particolare riferimento al fascicolo sanitario elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione di referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e ai pagamenti on-line; ai fini dell’effettiva razionalizzazione ed efficacia della spesa sanitaria, intraprendere il processo di sperimentazione del socc – lo strumento operativo di controllo per il monitoraggio dei livelli di corruzione sviluppato dall’Istituto per la promozione dell’etica in sanità (Ispe) –, o comunque di qualsiasi altro modello gestionale analogo messo a punto da équipe indipendenti di esperti nel settore da sviluppare e applicare anche in via sperimentale, inizialmente anche solo in talune regioni selezionate; verificare gli effetti, soprattutto in termini economico-finanziari, dell’utilizzo del cosiddetto project financing per l’edilizia ospedaliera, e promuovere la riforma del citato istituto al fine di prevenire il dilagare di fenomeni corruttivi e lo spreco di risorse a danno della finanza pubblica connessi alla sua applicazione; promuovere la riforma della normativa che disciplina il processo di nomina e valutazione dei direttori generali delle aziende sanitarie tenuto conto dei sistemi check and balance; al fine di produrre risparmi della spesa pubblica, intraprendere la riforma delle modalità di accertamento dell’invalidità, in particolare eliminando o riducendo inefficienze e iniquità, tramite l’introduzione in sede di verifica, degli standard ICF (International classification of functioning, disability and health), come previsto dalla linea di intervento 1 del programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità adottato dallo stesso Governo; promuovere, per quanto di competenza, anche di concerto con la Conferenza delle regioni, la semplificazione e l’attuazione delle procedure di mobilità interregionale del personale sanitario in relazione alle piante organiche e alla garanzia di assicurare i livelli essenziali delle prestazioni in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale; garantire, per quanto di competenza, che la riduzione delle auto di servizio blu o grigie, in particolare nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, sia attuata senza ulteriori azioni dilatorie tese a mantenere un inutile privilegio oneroso per la finanza pubblica e dal quale potrebbero derivare risparmi per centinaia di milioni di euro.
Mozione Bianchi. La mozione Dorina Bianchi (Ap) et al, pur confermando la validità delle misure adottate nel quadro dei finanziamenti al Servizio sanitario nazionale previste da Dl Enti Locali, impegna il governo a proseguire nella promozione e nell’adozione di iniziative, anche normative, volte ad implementare interventi responsabili, da parte di tutti gli attori istituzionali coinvolti, a garanzia e a sostegno del diritto alla salute e alle cure dei cittadini, nonché a tutela del Servizio sanitario nazionale; ad assumere, già a partire dal prossimo disegno di legge di stabilità, specifiche iniziative dirette a garantire che l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e del nomenclatore protesico venga compiuto indifferibilmente entro il 2016; a proseguire, già nell’ambito del prossimo disegno di legge di stabilità, sul percorso avviato di stabilizzazione dei precari che da anni svolgono attività nell’ambito del Servizio sanitario nazionale; su di un piano più generale, a dare attuazione alle previsioni del Patto per la salute 2014-2016 che impongono di reinvestire in sanità, segnatamente per le finalità di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e del nomenclatore protesico, nonché per le esigenze connesse all’erogazione di farmaci innovativi, i risparmi derivanti da misure di razionalizzazione in campo sanitario.
Mozione Nicchi. La mozione presentata da Marisa Nicchi (Sel) et al è stata approvata, con il parere favorevole del Governo, solo nei punti in cui impegna il Governo a mettere in atto tutte le iniziative necessarie finalizzate allo sblocco del turnover e alla stabilizzazione dei precari – che spesso assicurano i livelli essenziali di assistenza – al fine di consentire la riorganizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario nazionale e sociale; ad attivare opportune ed efficaci iniziative, anche normative, volte a intensificare il contrasto alle frodi e alla corruzione, purtroppo troppo presente in questo settore, anche al fine di liberare risorse importanti per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale; a promuovere, per quanto di competenza, un sistema di accreditamento più rigoroso e di qualità all’interno della programmazione pubblica e con valutazione dei risultati.
Mozione Palese. La mozione presentata da Rocco Palese (Fi), è stata approvata, con il parere favorevole del Governo, solo nella parte in cui impegna il Governo ad assumere le opportune iniziative volte ad introdurre nel sistema sanitario i costi standard, al fine di ottimizzare e omogeneizzare i valori produttivi e, attraverso di essi, procedere ad un contenimento dei costi su scala nazionale.
Mozione Lenzi. La mozione presentata da Donata Lenzi (Pd) et al impegna il Governo al fine di una completa e corretta funzionalità del sistema sanitario nazionale, ad assumere iniziative per aumentare le risorse economiche del fondo sanitario per il 2016 già a partire dal prossimo disegno di legge di stabilità; a garantire l’entrata in vigore in tempi rapidi e comunque entro la fine del 2015 dei nuovi livelli essenziali d’assistenza, nonché del nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili; a proseguire nell’attuazione del Patto della salute firmato tra le regioni e il Governo nel luglio 2014, anche sollecitando i tavoli di lavoro insediati a portare a termine i compiti loro assegnati; a proseguire sulla strada dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, favorendo il cambiamento culturale, l’aggiornamento dei professionisti, nonché la collaborazione tra medici di famiglia e specialisti, rinviando, dopo un periodo di sperimentazione e di monitoraggio di due anni, la definizione delle misure sanzionatorie nei confronti dei medici che dovessero prescrivere prestazioni inappropriate; a predisporre ogni iniziativa atta a sbloccare il turn-over ed a superare il precariato sia nel settore medico che in quello infermieristico.
Mozione Monchiero. La mozione presentata da Giovanni Monchiero (Sc) e Pierpaolo Vargiu (Sc), impegna il Governo a promuovere periodiche revisioni dei livelli essenziali di assistenza al fine di adeguarli ai reali bisogni di salute della popolazione; ad assumere iniziative per assicurare al Servizio sanitario nazionale risorse adeguate a consentire la loro effettiva erogazione; a migliorare le attività di verifica sulla loro applicazione su tutto il territorio nazionale, superando le disparità ad oggi ancora esistenti tra le diverse aree del Paese; a rivedere le logiche di governance del sistema sanitario, ponendo come primario obiettivo economico il perseguimento dell’efficienza e introducendo meccanismi di finanziamento atti ad incentivare gestioni virtuose e premiare l’efficienza delle regioni, delle asl e delle singole strutture operative. Infine, nella mozione viene richiamato un impegno del Governo a valutare l’opportunità di assumere iniziative per modificare le politiche di contenimento dei costi del personale riaprendo immediatamente le attività di contrattazione da troppo tempo bloccate.
Approvate, infine, le mozioni Gigli, nel testo riformulato; Rampelli nel testo riformulato; Baldassarre nei capoversi 2, 3 e 4 del dispositivo. Respinta, invece, la risoluzione Pili.
Giovanni Rodriquez – Quotidiano sanità – 16 ottobre 2015