I test sulle cavie per la ricerca su sostanze d’abuso e xenotrapianti possono continuare fino al 2020. Tra le proroghe dei termini in materia di salute la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha infatti approvato ieri a maggioranza l’emendamento De Biasi, Cattaneo e altri che prevede tre anni di proroga (inizialmente erano cinque) della deroga al divieto di utilizzo della sperimentazione animale sulla ricerca di sostanze d’abuso e xenotrapianti previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26. La notizia ha scatenato come sempre reazioni dis egno opposto.
Per il presidente di Pro-test Italia, Dario Padovan, si tartta di «una media semplice tra le esigenze degli animalisti che non volevano deroghe chiedendo l’abolizione di questi settori di ricerca, e la comunità scientifica che da anni sta cercando di far capire che questi capricci stanno di fatto bloccando milioni di finanziamenti alla ricerca italiana». Una «media» che di fatto diventa un semplice compromesso. «La politica non riesce a capire che la media tra le due posizioni – conclude Padovan – non è in questo caso un contentino che fa felice entrambi. I bandi internazionali hanno requisiti precisi, oltre che un respiro pluriennale: difficilmente un Istituto italiano potrà essere selezionato per svolgere un progetto più lungo di tre anni, con il rischio che il lavoro venga sospeso per un ipotetico divieto di legge. Avevamo chiesto l’abolizione di questo assurdo divieto che viola la Direttiva Europea in materia e che ha innescato il processo di infrazione, o, vista la particolare situazione di instabilità politica e istituzionale, avevamo proposto un prolungamento di 5 anni, periodo sufficientemente lungo da permettere agli Istituti Italiani di poter competere sui bandi europei, ma nulla. Non solo l’Italia è uno dei Paesi europei che spende di meno in finanziamenti alla ricerca, ma a quanto pare si impegna anche a impedire che la ricerca si possa finanziare da sè».
Sul fronte opposto gli animalisti della Lav, contrari a qualunque proroga e favorevoli al divieto: «Non bastava un anno di proroga – si legge in una comunicato dell’associazione – come già previsto dal Governo nel Decreto Legge di fine anno che aveva già fatto saltare l’entrata in vigore, dal 1° gennaio scorso, del divieto dei test su animali di droghe, alcol, tabacco e xenotrapianti. Il Ministro della Salute Lorenzin, basandosi solo su un parere di parte, ha aperto la strada alle sofferenze e alle uccisioni di altre decine di migliaia di animali, con iniezioni di droghe nell’addome o nel cervello, shock acustici o tattili con pinze e piastre ustionanti, contraddicendo una Legge del 2014 firmata da lei stessa come Ministro già tre anni fa in Senato poi hanno prevalso gli interessi di pochi e superati sperimentatori di Università che, volutamente sordi ai metodi sostituivi di ricerca come già praticati in altri Paesi del mondo, vogliono continuare a usare animali e senza nessun beneficio per gli esseri umani, e questo a spese del contribuente».
Il Sole 24 Ore sanità – 15 febbraio 2017