Lo ha detto ieri a Otto e Mezzo su La 7. E sulla sanità: “Finora si sono costruiti ospedali senza considerare se fosse necessario. Così come un letto costava 100 in una Regione e 200 in un’altra”. Per tenere i conti a posto non esistono al momento altre opzioni a quella di “tagli e tasse”.
Il Governo sta cercando di recuperare il miliardo per evitare l’aumento di Iva e “penso che sarà trovato”. Lo ha assicurato il ministro dell’Economia,Fabrizio Saccomanni, ospite ieri sera della trasmissione di Lilli Gruber, Otto e Mezzo. Ma in che modo? “Le risorse – secondo Saccomanni – si trovano. Si tratta di fare una scelta, che spero sia pacata e ragionata, su quali sono le opzioni disponibili. Ci sono tasse che sono socialmente più gravose di altre, ci sono forme di tagli di spesa più semplici di altre. Le forze politiche devono fare queste scelte e il mio compito è facilitare il processo di convergenza su queste scelte”, ha spiegato il ministro.
Il problema è che “oggi non abbiamo margini di manovra” e “le opzioni non sono semplici né indolori”. A conti fatti, si tratterà – ha detto il mistro – di “tasse e tagli”, perché “la terza alternativa, quella di lasciare crescere il debito, non è più praticabile e non tanto per via degli impegni europei, ma in considerazione del fatto che il debito pubblico già grava per 1.400 euro su ogni italiano, dai neonati ai centenari”.
Saccomanni ha poi precisato che la riduzione delle spese riguarderà anzitutto la spesa corrente di tutti i ministeri, ma il ministro avrebbe in mente anche di “fare anche qualche privatizzazione di immobili del Demanio dello Stato entro fine anno”.
Ma tra le strategie che il Governo sta pensando di mettere in campo per il 2014 c’è anche la volontà di “rafforzare i meccanismi, le procedure e l’organizzazione della Spending Review agendo sulla determinazione dei veri fabbisogni delle varie strutture che pesano sulla spesa pubblica e sull’ammontare dei costi standard per soddisfare quei fabbisogni”.
E l’esempio portato da Saccomanni di questa nuova strategia ha riguardato proprio la sanità. “Finora – ha affermato – ci si è mossi in un’ottica in cui si costruivano ospedali senza avere un’idea precisa di cosa fosse necessario, allo stesso modo un letto in ospedale costava 100 in una Regione e 200 in un’altra”.
Una tendenza che secondo Saccomanni va interrotta. E per farlo “la Spending Review deve diventare un processo permanente e non un intervento per tagliare nel giro di poche settimane 4 o 5 miliardi”. Il ministro, sollecitato in studio, non ha infine smentito l’ipotesi di Carlo Cottarelli, direttore del Dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario internazionale, alla guida della nuova Spending Review: “Sarebbe certamente in grado di fare un buon lavoro”.
27 settembre 2013