A differenza che in consiglio, dove l’argomento è stato affrontato a schiaffoni, querele e lancio di panini, la riorganizzazione della struttura amministrativa è stata affrontata ieri in giunta con una certa serenità e senza particolare esagitazione (forse perché non si è ancora arrivati ai nomi, si ragiona solo su numeri e caselle).
Regione Veneto, avanti con i tagli e la riorganizzazione. La novità: appena il consiglio regionale avrà votato il “puzzle” preparato dal vicepresidente della Giunta, Marino Zorzato, i piani alti della catena dei dirigenti del palazzo del governo regionale inizieranno a spopolarsi. Obiettivo: assottigliare ancora di più la piramide burocratica. La filosofia: «La nuova organizzazione – spiega l’assessore, dopo aver presentato il piano ai sindacati della funziona pubblica Cgil-Cisl-Uil-Direv – è stata costruita seguendo 3 princìpi: risparmio, razionalizzazione e ottimizzazione, con conseguente individuazione del responsabile delle pratiche (una bella notizia per il cittadino, ndr.)».
I numeri. Dagli attuali 90 componenti dell’alta dirigenza di Giunta (in burocratese: direzioni, unità di progetto, segreterie e commissari), il piano prevede una discesa a 83 e con un cambio di denominazione: sopra tutti, 3 nuove direzioni di area (i responsabili già ci sono: Caramel, Baggio e Gazzabin); più in basso altrettante direzioni di area (in scadenza a fine anno Vernizzi, appena riconfermato Mantoan, il terzo dovrà essere nominato) dalle quali dipendono 15 dipartimenti (il responsabile un commissari) che a loro volta controllano 15 sezioni di dipartimento (queste con un totale di 51 settori di cui occuparsi con rispettivo responsabile).
Una cifra totale che scenderà ancora raggiungendo quota 73, poiché le restanti 10 settori di responsabilità verranno suddivisi “ad interim” proprio tra quei settantatre «quindi – aggiunge Zorzato – senza ulteriori costi». A conti fatti, 17 “teste” in meno. Licenziamenti? No, perché si seguirà l’uscita naturale dal lavoro oppure la scadenza del contratto poiché tutti gli interessati hanno con la Giunta un rapporto privatistico, vale a dire a tempo determinato, scaduto il quale se sono dipendenti regionali torneranno al loro incarico originario se sono esterni usciranno dal palazzo.
In termini di riorganizzazioni, il progetto prevede di accorpare responsabilità omogenee evitando la dispersione. In questo modo ridurre ancor più le spese imponendo l’utilizzo di servizi comuni.
A operazione conclusa (dopo il via libera non vincolante della commissione del Consiglio regionale) la Giunta approverà una nuova delibera di applicazione. Se tutto andrà liscio, prevede il vicepresidente della Giunta, entro l’anno sarà concreta la riorganizzazione Ma con quale risparmio per la collettività? «A regime – ne è certo Zorzato – saranno 600 mila euro all’anno». E andrà poi aggiunta le revisione che l’assessore al Bilancio, Ciambetti, sta per concludere, riferita alle partecipazioni della Regione nelle cosiddette “partecipate indirette”, cioé quelle società di cui la Regione detiene parte di quote attraverso società controllate direttamente.
Il vice presidente con delega al Personale Marino Zorzato e il segretario della Programmazione Tiziano Baggio hanno illustrato ai sindacati la delibera che a breve approderà sul tavolo dell’esecutivo e che prevede una sostanziosa riduzione delle posizioni dirigenziali, come già accaduto di là del Canal Grande, nell’ottica del contenimento delle spese per il funzionamento della macchina amministrativa, un congegno complesso che conta oltre 3 mila dipendenti. Le segreterie passeranno da 6 a 3 mentre i commissari saliranno da 9 a 15 ma la vera sforbiciata sarà a livello degli alti dirigenti, che scenderanno da 75 a 65, con una riduzione complessiva dei grand commis dagli attuali 90 a 83. Ma siccome su una decina di dipartimenti saranno mantenuti interim a scavalco, la riduzione complessiva viene fissata in 17 unità, con un risparmio, una volta che la riorganizzazione sarà a regime, di 600 mila euro l’anno. Come si arriverà via via al taglio? Da un lato bloccando il turnover, dall’altro non rinnovando i contratti (durano 3 o 5 anni di solito) mentre pare che in futuro la rivoluzione dell’organigramma sarà completata con la soppressione pure degli ultimi tre mega segretari rimasti, ossia la Sanità (Mantoan, previsto da una legge), le Infrastrutture (Vernizzi) ed il Bilancio (Trapani). «Stiamo procedendo seguendo tre principi chiave: risparmio, razionalizzazione, ottimizzazione» commenta Zorzato
Il Corriere del Veneto – 24 luglio 2013