Si è insediato ieri al ministero della Salute il tavolo sulla spending review in Sanità concordato con il commissario Carlo Cottarelli. Che si occuperà a largo raggio delle materie che di più incidono sulla spesa, dai beni e servizi alla corruzione. Il programma di Cottarelli
Del tavolo, oltre al ministero, fanno parte Agenas, tecnici ed esperti anche della banca d’Italia, Aifa, Autorità di vigilanza sugli appalti oltre ai rappresentanti dell’Economia.
Obiettivo è mettere a punto una sintesi del lavoro da consegnare entro febbraio. E sono già in pista i gruppi che si occupano beni e servizi e acquisiti, farmaceutica e dispositivi medici, organizzazione (dagli ospedali all’Hta).
Altri temi da affrontare sono la corruzione, il risk management con tutto ciò che lo riguarda, la veterinaria e i dipartimaneti di prevenzione.
Cottarelli oggi ha anche rassicurato in un’audizione la commissione Igiene e Sanità del Senato sul metodo di lavoro che si adotterà per rivedere la spesa pubblica nel settore sanitario. «Un lavoro di squadra», come lo ha definito la presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia De Biasi, augurandosi che di questa squadra faccia parte anche il Parlamento.
«Non è compito del commissario per la spending review decidere se i risparmi ottenuti saranno re-investiti in sanità», ha affermatoDe Biasi. «Sarà una scelta politica del Governo sentendo anche, spero, il Parlamento. Anche per questo attendiamo che il ministro Lorenzin venga a illustrarci il Patto per la salute. La convocheremo a breve».
La linea tracciata da Cottarelli conferma l’assenza di tagli lineari al settore e ma interventi mirati su quelle sacche di inefficienza che esistono nel Ssn. «Secondo Cottarelli – ha detto Annalisa Silvetsro (Pd) – non si tratta di modificare la struttura universalistica del Ssn. Quindi si tratta di intervenire nelle inefficienze e nelle disparità regionali. Cottarelli – prosegue Silvestro – ha poi messo in evidenza il problema della tecnologia, che deve essere adeguata e aggiornata ma che produce un costo di non poco conto e si lega al fatto che nel nostro Paese c’è un’alta spesa per la diagnostica. In ogni caso, il tempo che il commissario si è preso per presentare le sue proposte è importante, perché appunto si devono fare tagli col bisturi».
Il Sole 24 Ore sanità – 12 dicembre 2013