Ieri l’illustrazione del provvedimento. Le norme sull’acquisto di beni e servizi sono di “difficile realizzazione e sostenibilità” . A rischio “cospicui contenziosi a carico delle aziende”. “Possibili alcuni interventi migliorativi”
Si sono aperti ieri, in commissione Bilancio del Senato, con gli interventi dei due relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), i lavori sul decreto legge sulla spending review. Fissato, nella seduta di ieri, anche il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno al provvedimento, stabilito per giovedì 19 luglio 2012, alle ore 12.
Sul testo, secondo Giaretta, sono “possibili alcuni interventi migliorativi di non poco momento”, anche se, ha affermato il relatore, è “prioritaria la necessità di individuare ed isolare i casi di spreco, anche all’interno di settori altamente sensibili sul piano sociale come la sanità o l’istruzione”.
Tuttavia, secondo Pichetto Fratin, “si evidenzia che alcune delle misure adottate” nell’articolo 15 del provvedimento dedicato alla sanità, “non sembrano essere caratterizzate da un elevato grado di realizzabilità e sostenibilità, in particolare il comma 13, per il quale, pur in presenza di un risparmio valutato a regime in misura pari a meno della metà di quello teoricamente ascrivibile alla norma, è prevedibile una non agevole applicazione. Si può, inoltre, considerare la possibilità dell’insorgere di un cospicuo contenzioso a carico delle aziende sanitarie e di problemi di approvvigionamento per alcune aziende sanitarie”.
Pichetto Fratin ha poi ricordato come l’articolo 15 “riduce il contributo del finanziamento statale al Servizio sanitario nazionale di 2 miliardi di euro a regime, provvedendo contestualmente ad introdurre misure di risparmio sulla spesa farmaceutica (territoriale ed ospedaliera), su quella per i dispositivi medici e per gli appalti nel settore sanitario, sul numero di posti-letto a disposizione negli ospedali prevedendo una loro ulteriore riduzione, sugli oneri per le prestazioni rese da soggetti privati accreditati”. E che “tale complesso di interventi dovrebbe garantire agli enti del Servizio sanitario nazionale di realizzare risparmi equivalenti alle minori disponibilità che deriveranno dalla riduzione di 2 miliardi di euro dei finanziamenti statali”.
quotidianosanita.it – 13 luglio 2012