Almeno dieci miliardi di risparmi in quattro anni, dal 2017 al 2020. Che potrebbero arrivare addirittura a 12-15 miliardi. È la dote che garantirà alla “fase 3” della spending review il nuovo sistema rafforzato di centralizzazione degli acquisti Pa. Che prevede solo 33 stazioni appaltanti, Consip compresa, al posto delle oltre 30mila esistenti fino allo scorso anno.
Fin qui il Governo è rimasto prudente: le prime stime ufficiose posizionano l’asticella dei risparmi possibili a quota 5 miliardi in tre anni (v. Il Sole 24 Ore del 21 gennaio). Ma visto che l’obiettivo ufficiale è di aggredire un flusso di spesa per forniture (comprese quelle sanitarie) di 50 miliardi nel triennio partendo dai 15 miliardi già nel mirino da quest’anno, i tecnici ipotizzano il recupero di non meno di 10 miliardi entro il 2020 semplicemente con l’estensione a tutte le 33 centrali di acquisto del risparmio medio realizzato da Consip negli ultimi anni: il 20% con l’utilizzazione della leva delle convenzioni.
Una percentuale di risparmio che per effetto del nuovo dispositivo di centralizzazione, al quale hanno a lungo lavorato il commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld e il ministero dell’Economia insieme a Consip, potrebbe essere destinata ulteriormente a salire facendo lievitare la dote per la spending a 12-15 miliardi tra il 2017 e il 2020. Tutto si gioca sul flusso di spesa per acquisti di beni e servizi che sarà effettivamente “risucchiato” dal nuovo sistema semplificato di centralizzazione degli acquisti e soprattutto sul rafforzamento del sistema delle convenzioni.
Sui poco più di 130 miliardi spesi annualmente dalla Pa per forniture sono non più di 87 miliardi quelli che con diverse modalità potrebbe essere passati al setaccio. A tutto il 2015 Consip con i “vecchi” strumenti in dotazione è riuscita ad aggredire circa 40 miliardi di spesa con un trend costantemente in crescita. Nel 2014, come emerge dall’ultimo bilancio disponibile della società controllata dal Mef (quello del 2015 non è stato ancora ufficializzato), Consip ha presidiato «una spesa complessiva» delle Pa «pari a 38,1 miliardi di euro, mettendo a disposizione» della pubblica amministrazione «un’opportunità di risparmio sui prezzi d’acquisto pari a 5,3 miliardi di euro». A garantire il “grosso” dei risparmi è il sistema delle convenzioni attraverso il quale Consip ha presidiato nel 2011 17,2 miliardi di spesa, con un «risparmio potenziale» di oltre 3,8 miliardi, per arrivare a 20,3 miliardi di spesa nel 2013 e a 21,1 miliardi di spesa nel 2014 con un «risparmio potenziale» rispettivamente di circa 4,8 e 4,6 miliardi. In tutti i casi i risparmi realizzati della società della quale è attualmente Ad Luigi Marroni hanno superato quota 20 per cento. Di qui la convinzione dei tecnici della possibilità di realizzare più di 10 miliardi di risparmi dalle forniture Pa entro il 2020 con il nuovo sistema di centralizzazione degli acquisti.
Come ha evidenziato dalla rilevazione 2014 effettuata dal Mef in collaborazione con l’Istat sui prezzi delle forniture delle Pa che si sono affidate al dispositivo degli acquisti centralizzati, con il sistema delle convenzioni per alcune categorie merceologiche sono stati realizzati anche risparmi particolarmente elevati: il 52% per le fotocopiatrici, il 51% per le stampanti e il 43% per il traffico voce da telefono fisso. E il Governo si attende risultati significati anche dalle prime gare che si cominceranno a svolgersi proprio in questo mese per dare il formale avvio al nuovo metodo rafforzato di centralizzazione degli acquisti. Gare che riguarderanno soprattutto il settore sanitario (in primis aghi e siringhe). Con l’ultima legge di Stabilità tra l’altro sono stati introdotti paletti più stringenti per indurre le amministrazioni a utilizzare maggiormente il sistema delle convenzioni per i loro acquisti. Da quest’anno, infatti, i prezzi benchmark della Consip, individuati con Dm dell’Economia, indicheranno per ciascun bene e servizio per il quale verrà attivata una convenzione, oltre il prezzo anche le caratteristiche ritenute essenziali per soddisfare le esigenze delle Pa e che individuano in modo puntuale il bene e il servizio offerto.
Marco Rogari – Il Sole 24 Ore – 1 marzo 2016