Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale, partono i prezzi benchmark per 34 convenzioni Consip a cui la pubblica amministrazione si dovrà attenere per l’acquisto di autovetture di pubblica sicurezza, l’energia elettrica, le fotocopiatrici, i pc portatili e i tablet, ma anche aghi e siringhe. Il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita l’Anac, individua per le 34 Convenzioni Consip programmate nel 2016 le prestazioni principali e le relative caratteristiche essenziali. Si tratta di convenzioni oggetto di benchmark, per le quali si utilizzano precisi parametri di prezzo-qualità.
Il decreto, previsto dalla legge di stabilità per il 2016, è un importante strumento per rafforzare l’adesione alle Convenzioni Consip da parte delle amministrazioni, in quanto limita ulteriormente la loro possibilità di procedere ad acquisti autonomi, che spesso viene giustificata a seguito di una presunta diversità tra i beni e servizi in convenzione e quelli di interesse.
Per ciascuna delle 34 Convenzioni Consip, programmate nel 2016, vengono individuate le “prestazioni principali” – ovvero i beni e i servizi specifici che rientrano nelle convenzioni (ad esempio, le varie tipologie di ecotomografi) – e le “caratteristiche essenziali” (fino a un massimo di quattro) in grado di rappresentare gli elementi sostanziali dell’oggetto delle convenzioni.
La definizione del prezzo dipenderà dall’insieme delle caratteristiche indicate per tutte le Amministrazioni obbligate a ricorrere alle convenzioni Consip, solo in caso di esigenze specifiche che non sarebbero soddisfatte dalle caratteristiche previste dal Decreto potranno ricorrere ad acquisti in autonomia. Le altre amministrazioni per le quali non vige l’obbligo di utilizzare le convenzioni Consip devono comunque rispettare questi prezzi benchmark per gli acquisti autonomi di beni e servizi.
Man mano che le iniziative verranno attivate, saranno associati i prezzi delle Convenzioni Consip riferiti a ciascuna delle caratteristiche essenziali. Tali informazioni saranno pubblicate sul sito del Mef e sul Portale Acquistinretepa.it, e andranno a costituire i parametri di qualità e prezzo.
Va infine precisato che nel caso in cui il bene o il servizio oggetto del decreto ministeriale sia acquistato attraverso altri strumenti quali il mercato elettronico delle Pa o attraverso il sistema dinamico d’acquisizione, il benchmark va in ogni caso rispettato, così come previsto dalla normativa generale.
Nuovo impulso alla spending review, dote aggiuntiva di oltre 1 miliardo
Una dote aggiuntiva di oltre 1 miliardo rispetto alle prime stime. È quanto garantirà la fase attuativa delle misure targate spending review dell’ultima legge di Stabilità.
A cominciare dal decreto del Mef pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale con cui vengono fissati per le amministrazioni pubbliche i prezzi di riferimento, i cosiddetti benchmark, per 34 convenzioni Consip. Che spaziano dall’acquisto di autovetture di pubblica sicurezza, all’energia elettrica, alle fotocopiatrici, ai pc portatili e ai tablet, fino agli ormai famosi aghi e siringhe. Un provvedimento che si aggiunge a un altro decreto ministeriale, ulteriore tappa dell’operazione spending avviata dal decreto Irpef del 2014 (n.66), con cui dal 9 agosto anche gli enti locali, dopo la Pa centrale e le Regioni per la sanità, avranno l’obbligo di ricorrere a soggetti aggregatori (il sistema a 33 stazioni appaltanti) per l’acquisto di specifici servizi: guardiani, vigilanza armata, pulizia, manutenzione immobili e impianti, facility management. Le categorie merceologiche di competenza regionale e comunale sotto osservazione diventano così 19.
Con questo doppio intervento viene data un’ulteriore spinta al processo di “spending”. A confermare, nel corso di un incontro al ministero dell’Economia sul tema “Acquisti trasparenti: la Pa locale semplifica e spende meglio”, che il risparmio per il piano-benchmark, stimato «in via prudenziale» nella relazione tecnica dell’ultima manovra in 200 milioni, è oggi previsto «in oltre 1 miliardo» è stato il capo gabinetto del Mef, Roberto Garofoli. E secondo l’Ad di Consip, Luigi Marroni, dagli attuali dati sull’andamento 2016 emerge che si potrebbe arrivare a quota 1,5 miliardi.
Questi numeri, ma non solo, «evidenziano che i benefici e i risparmi ci sono, malgrado si dica che la spending review è morta», ha detto concludendo l’incontro il ministro Pier Carlo Padoan. Che ha poi sottolineato: «Quando a livello globale ci sono eventi come Brexit, il quadro macroeconomico è difficile, è inutile negarlo, e vale anche per la finanza pubblica». Proprio alla luce di questo, secondo il ministro, bisogna fare «ogni sforzo per utilizzare al meglio le risorse», e continuare nel percorso di revisione della spesa. «È un pezzo di riforma della pubblica amministrazione – ha affermato Padoan – ed è un processo emblematico per le riforme strutturali: si cambiano i comportamenti a monte per ottenere risultati migliori a valle». Il ministro ha anche fornito un’indicazione relativa al Mef: il ritardo medio dei pagamenti di beni e servizi ai fornitori del ministero è sceso da una media di 26 giorni nel primo semestre 2016 a una di 7 giorni nei primi sei mesi di quest’anno.
All’incontro hanno partecipato anche Luigi Ferrara, presidente del tavolo tecnico dei soggetti aggregatori, e una delegazione Anci. E Gutgeld ha sottolineato come in poco più di due anni con effetto sul 2016 la spesa pubblica sia stata ridotta di 25 miliardi e come la “spending” sia stata orientata ad alimentare misure per la crescita. Gutgeld ha aggiunto che la riforma degli acquisti rappresenta la prossima tappa della “spending” con cui si procederà ad «aggregare la spesa per comprare meglio». E Marroni ha anticipato che c’è già un boom di richieste per “l’ingresso” di Consip anche nel settore della manutenzione stradale.
Il Sole 24 Ore sanità – 27 luglio 2016