Trasferimenti mirati. Niente più risorse «a pioggia» con il nuovo dispositivo: costi standard per diversi servizi locali e capacità fiscale di ogni Comune
Un’unica banca dati con tutti i fabbisogni standard degli enti locali, determinazione della capacità fiscale standard di ogni Comune e individuazione dei costi standard di diversi servizi: dai rifiuti e dal trasporto pubblico locale fino all’istruzione. Il tutto accompagnato da nuovi indici di efficienza dei Comuni e con un duplice obiettivo: individuare in modo rapido le aree di spreco per contenere a monte la spesa locale abbandonando definitivamente il ricorso ai tagli lineari; superare l’attuale meccanismo dei trasferimenti “storici” agli enti locali. Sono questi alcuni tasselli del dossier sui fabbisogni standard che almeno in parte è destinato a confluire nella prossima legge di stabilità, anche nell’ottica della revisione del patto di stabilità interno, insieme ad altre misure della fase 2 della spending review: taglio delle partecipate, nuova gestione degli immobili pubblici, operazione “cieli bui”, sinergie nel comparto sicurezza.
Del menù di tagli selettivi alla spesa che dovrebbero scattare con la “stabilità” dovrebbe far parte anche la revisione del processo di esternalizzazione, un ulteriore affinamento della stretta sugli acquisti di beni e servizi. E il potenziamento degli interventi già previsti dalla riforma della Pa, come ad esempio quelli sulla riduzione delle prefetture e delle altre sedi periferiche delle amministrazioni centrali. Tra i capitoli su cui nelle prossime settimane potrebbe essere effettuata una valutazione ci potrebbe essere anche quello degli incentivi alle imprese. La “fase istruttoria” per giungere a fine estate balla definizione della “stabilità” è stato già avviato da alcune settimane. E anche ieri il premier Matteo Renzi ha fatto il punto della situazione a Palazzo Chigi con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Al dossier sui fabbisogni standard stanno lavorando Cottarelli e i tecnici del ministero dell’Economia dove oggi sarà presentata la banca dati aggiornata Opencivitas. Già quest’anno una fetta, seppure non particolarmente significativa, dei fondi di perequazione che vanno ai Comuni sarà distribuita sulla base dei fabbisogni standard. E questo è il punto di partenza per attivare con la prossima legge di stabilità il nuovo meccanismo di gestione delle risorse a livello locale. Una gestione maggiormente improntata all’efficienza che secondo i tecnici di via XX settembre dovrebbe permettere di recuperare il prossimo anno 7-800 milioni, ovvero una dote maggiore di quella quantificata su questo fronte nel primo piano consegnato nella scorsa primavera da Cottarelli al Governo: 500 milioni nel 2015 e 2 miliardi nel 2016.
Un altro dossier ormai quasi completato è quello sulle partecipate. A fine mese il Commissario straordinario per la revisione della spesa dovrebbe consegnare le sue proposte al Comitato interministeriale sulla spending review presieduto dal premier Matteo Renzi. L’obiettivo è avviare una potatura della giungla delle oltre 10mila partecipate, cominciando da quelle non di pubblica utilità in perdita, con l’obiettivo di recuperare già nel 2015 almeno 1 miliardo. Nel 2012 le perdite delle 7.700 partecipate censite dal ministero dell’Economia, (che sono solo una fetta di tutto il pianeta municipalizzate e simili), hanno toccato quota 1,2 miliardi. Dal suo blog Cottarelli è stato chiaro: «Non riesco a trovare un termine migliore – giungla – per descrivere il mondo delle partecipate locali… È una giungla molto variegata. Ci si trova di tutto».
Il Commissario straordinario sta lavorando, in collaborazione con l’Agenzia del Demanio, anche al piano sulla nuova gestione degli immobili pubblici innescato dal decreto Irpef. Allo stesso tempo proseguono i contatti con il ministero dello Sviluppo economico per affinare la proposta di razionalizzazione dell’illuminazione pubblica dalla quale potrebbero essere recuperate diverse centinaia di milioni di euro. Una nuova edizione del piano “cieli bui” che prevederebbe un uso più mirato dell’illuminazione sulle strade ad alto scorrimento e nelle zone industriali e una riconversione alla tecnologia a “led” (con adeguati investimenti) per il resto della rete stradale.
Come è noto nel mirino del Commissario c’è anche il settore della sicurezza per il quale Cottarelli punta su un nuovo sistema di sinergie mirate tra le Forze di polizia senza comunque procedere a fusioni tra i vari corpi. Un sistema che prevederebbe nelle aree non particolarmente sensibili il ricorso a una sola forza di polizia evitando duplicazioni sia in termini di costi del personale sia sotto il profilo delle strutture, risparmiando e su eventuali affitti e procedendo a dismissioni dei commissariati o delle stazioni di carabinieri di proprietà pubblica. Allo stesso tempo potrebbe essere attivata un’unica centrale d’acquisti (modello Consip) per mezzi ed elicotteri. Questa operazione potrebbe consentire di recuperare almeno 800 milioni nel 2015 e più del doppio nell’anno successivo.
Il Sole 24 Ore – 16 luglio 2014