Quanto pesa il ticket farmaceutico Regione per Regione. Importi, esenzioni e disciplina della compartecipazione alla spesa farmaceutica nelle 12 Regioni che lo prevedono in quota fissa su ricetta o sulle confezioni di fascia A. Ma in tutta Italia c’è comunque un altro ticket, quello sulla differenza di prezzo tra generici, tornato d’attualità dopo l’ultima delibera Aifa che ha effettuato una sforbiciata dei prezzi per un valore di 609 milioni l’anno.
Umberto Veronesi, quand’era ministro della Salute, li aveva cancellati nel 2000. Poi, via via, sono tornati. E oggi 12 Regioni e P.A. su 21, prevedono norme locali, come riporta il dossier tratto dai dati di Federfarma, per la compartecipazione del cittadino per l’acquisto di farmaci di fascia A, quelli a carico del Ssn.
Si passa dal ticket fisso sulla ricetta a diverse forme di compartecipazione legate al numero di confezioni acquistate. E questo vale, come abbiamo detto, in 12 Regioni.
Ma in tutta Italia è comunque in vigore un’altra forma di compartecipazione che colpisce la libertà di scelta sul tipo di farmaco. Parliamo delle cosiddette “liste di trasparenza Aifa” che prevedono un prezzo di riferimento per tutti i farmaci con brevetto scaduto che costituisce la soglia di rimborsabilità massima garantita dal Ssn. Se si acquista un prodotto con prezzo uguale o inferiore a quella soglia non si paga nulla. Ma se si preferisce un altro prodotto più costoso della stessa categoria si deve pagare la differenza.
Un’eventualità sempre più presente, come ha rilevato la stessa Aifa, in un suo report sulla spesa farmaceuticva 2010, dove si sottolineava come l’aumento di circa il 15% dell’importo complessivo del ticket registrato rispetto al 2009, fosse dovuto in massima parte proprio all’incremento della compartecipazione pagata dal cittadino rispetto al prezzo di riferimento in caso di non utilizzo del farmaco generico-equivalente. E questo – notava ancora l’Aifa – anche come conseguenza del recente inserimento di farmaci generici con principi attivi ad alta incidenza di spesa (per esempio bisoprolo, perindopril e lecarnidipina) per i quali evidentemente persiste la preferenza per il “griffato” e poi anche dal fatto che in alcune Regioni si sia decisio di applicare il prezzo di riferimento nella categoria degli inibitori della pompa acida.
Un conto salato quindi, che rischia di salire ancor di più nei mesi a venire, a seguito della recente delibera Aifa che, applicando quanto previsto dalla manovra economica del luglio scorso, ha abbassato i prezzi di riferimento di oltre 4 mila farmaci off patent con l’obiettivo di un risparmio complessivo per il Ssn di 609 milioni annui.
Un risparmio che, in parte ricadrà sui cittadini visto che ad oggi almeno il 40% dei prodotti oggetto del provvedimento non hanno ancora modificato i propri prezzi.
Nel 2010 il ticket ha pesato per quasi un miliardo di euro, pari al 7.6% della spesa di fascia A
La fotografia 2010 (vedi tabelle) scattata da Federfarma registra un onere complessivo per il ticket (sia quelli regionali che quelli legati al prezzo di riferimento dei generici) che sfiora il miliardo di euro (precisamente 987, 543 milioni) con un’incidenza sul totale della spesa farmaceutica di fascia A del 7.6%.
Una cifra che si traduce in un costo medio di 1,68 euro su ogni ricetta del Ssn con un onere pro capite (calcolando tutta la popolazione e quindi anche coloro che non consumano farmaci) di 16,8 euro per italiano all’anno.
L’incidenza maggiore del ticket si registra in Sicilia, Veneto e Lombardia con un peso di oltre il 10% sul totale della spesa. La più bassa a Trento, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia con un’incidenza inferiore al 4%.
Quotidianosanita.it – 28 aprile 2011