di Gianni Trovati, il Sole 24 Ore. Dalle tabelle diffuse ieri sera dal Governo sui numeri della manovra arriva la gelata per il pubblico impiego. I soldi disponibili per il rinnovo dei contratti nel 2016 si fermano a 200 milioni, cioè sotto alle stime ultra-leggere dei giorni scorsi che avevano ipotizzato una dote da 3-400 milioni. La notizia complica ulteriormente il riavvio delle trattative, che già si erano scaldate nei giorni scorsi sui nodi legati all’applicazione della riforma Brunetta, in particolare per quel che riguarda l’obbligo di destinare al «merito» (con la divisione in tre fasce) la quota prevalente delle risorse per la produttività e la riduzione a 4 dei comparti pubblici. Una prima riunione all’Aran si era rivelata «interlocutoria», come recita il linguaggio politico-sindacale quando il passaggio è di fatto inconcludente. All’uscita, i sindacati avevano ribaltato la palla sul Governo, chiamandolo ad agire affinché i nuovi incontri (uno è in programma alla fine della prossima settimana) «non fossero inutili».
Tradotto: per trattare servono risorse. Dal Governo arriva quindi una doccia gelata, e la polemica promette di riaccendersi, complicando anche la delicata partita dei comparti che mette a rischio la rappresentatività di molti sindacati “minori”. Senza contare che, numeri alla mano, la ripartizione in fasce di merito prevista dalla riforma Brunetta dovrebbe produrre un meccanismo di valutazione chiamato a definire la distribuzione di qualche euro lordo pro capite.
Tagli ai dirigenti. Ai contratti 200 milioni
dal Messaggero. Per il rinnovo del contratto degli Statali arriveranno 200 milioni di euro, meno dei 300 milioni annunciati dallo stesso Renzi in conferenza stampa. Ma il saldo per le casse dello Stato sarà nullo. Le risorse necessarie a riavviare la contrattazione con i sindacati sul pubblico impiego, arriveranno da una stretta sugli stessi statali. A cominciare dai dirigenti…………
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Il Sole 24 Ore – 16 ottobre 2015