Poco più di un anno fa, nell’ottobre 2017, la Regione aveva ripartito definitivamente le risorse alle sue Ulss per quell’anno, stabilendo che quella cifra sarebbe rimasta uguale per quest’anno, il 2018. Adesso dà una svolta con una maxi-anticipo, ripartisce già a inizio le risorse per ogni azienda e indica anche le cifre che l’Ulss riceverà nel 2020 (quando finirà la legislatura). Manca ovviamente la cifra definitiva che il Veneto riceverà dallo Stato, ma «senza aspettare le lungaggini romane – spiega il governatore Luca Zaia – abbiamo messo a disposizione dei nostri dg un quadro chiaro delle risorse per il biennio, pronti a fare aggiustamenti». E il presidente rimarca che è stata riservata attenzione «a tutto il nostro personale, inserendo il necessario per coprire tutti gli aumenti contrattuali sia del triennio precedente che del 2019-2020. Un bel segnale a lavoratori che se lo meritano».
ATTACCO PD. Va all’attacco il Pd con Claudio Sinigaglia, vicepresidente della commissione “Sanità”: «Il riparto 2019 denota alcune anomalie ingiustificate: l’Ulss Serenissima è la grande sacrificata, infatti rispetto al 2018 perde un milione e rispetto al 2017 ben 23». E sottolinea che il problema è maggiore perché l’Ulss di Venezia è notoriamente quella che chiude in maggior deficit ogni anno (-68 milioni nel 2017). Sinigaglia attacca anche perché «non viene riportato il budget dell’Azienda Zero: è un’altra grave anomalia. Soprattutto bisognerebbe conoscere quanto l’Azienda Zero si tiene per gestire la Gsa-gestione della spesa accentrata, che servirà per coprire qualche buco e per erogare qualche contributo a funzioni specifiche. E non riesco a capire perché abbiano fatto il riparto biennale: è come ammettere già in partenza che per il 2020 non ci saranno aumenti del Fondo sanitario nazionale».
CHI GUADAGNA DI PIÙ. Sinigaglia in realtà, per correttezza di paragoni, guarda alla cifra indicata dalla Giunta regionale per “finanziamenti totali” per le Ulss. Ma stavolta la Regione ha inserito un’altra novità nelle tabelle: un’ulteriore cifra «a supporto dell’equilibrio economico-finanziario e degli investimenti», portando il totale a 8,2 miliardi rispetto agli 8,06 del 2018. E assicura già che questo contributo sarà garantito durante l’anno con nuovi provvedimenti: si va dai 20 milioni a Padova e Verona ai 10 per Venezia e Vicenza, più 8 per Bassano e 5 milioni per le altre. Morale: guadagnano tutte, ma soprattutto (vedi a lato) Verona e Padova, con più di 30 milioni a testa.