Pelli, penne, sangue, contenuto intestinale, ma anche siero di caseificazione. Ogni anno l’Unione europea produce più di 15 milioni di tonnellate di sottoprodotti di origine animale e la loro raccolta, utilizzo e smaltimento è definita da un preciso quadro normativo comunitario. I sottoprodotti delle industrie alimentari meritano oggi la massima attenzione, per il ruolo che essi rivestono come potenziali inquinanti dell’ambiente e come fonte di preziose risorse ricuperabili. Per fare un esempio, il siero di caseificazione è una riserva importante di sieroproteine nobili e di lattosio che possono trovare ampio impiego nella produzione di altri alimenti. E in termini di “valore” si pensi che la sola conceria italiana ha un giro d’affari di 5,4 miliardi l’anno. Scarica la brochure della giornata di studio del 25 maggio a Veronafiere
A un tema di sempre maggiore rilevanza è dedicato la giornata di studi “Sottoprodotti animali: conosciamoli meglio” che si terrà il 25 maggio al Palaexpo di Veronafiere nell’ambito della 25esima edizione di Eurocarne. Organizzata dalla Società italiana di medicina veterinaria preventiva, dal Dipartimento di medicina animale, produzioni e salute dell’Università di Padova e dall’Ordine dei medici veterinari di Verona, è’ aperta a tutti i portatori di interesse. Prevede crediti Ecm per veterinari, medici e tecnici della prevenzione.
Un convegno cade nella ricorrenza dei 50 anni del Sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica e dei 25 anni dell’esposizione Eurocarne a Veronafiere. Relatori saranno il professor Sergio Casella del Dipartimento Biotecnologie agrarie dell’Università di Padova, il dottor Frank Clement, Kemin Nutrisurance Europe, il professor Valerio Giaccone, Dipartimento di Medicina animale, produzioni e salute dell’Università di Padova, la dottoressa Laura Gemma Brenzoni, Servizi veterinari della Regione Lombardia, il dottor Enrico Tammiso, dell’Usl 18 di Rovigo.
«Noi veterinari conosciamo bene gli animali vivi e gli alimenti che da essi derivano – spiega il professor Giaccone, vero e proprio motore dell’iniziativa – ma abbiamo nozioni molto scarse sui loro “sottoprodotti”, vale a dire pelli, sangue, contenuto intestinale, penne ma anche siero di caseificazione. Invece, i sottoprodotti delle industrie alimentari meritano maggiore attenzione da parte dei veterinari. Smaltire i sottoprodotti può essere impegnativo e costoso, ma con opportune strategie si può ricavare da essi energia e materiali utili».
«La giornata di studio – osserva Giaccone – mira appunto a fare chiarezza in questo settore produttivo ancora quasi del tutto sconosciuto ai veterinari: impareremo che cosa sono i sottoprodotti e come vanno gestiti per non inquinare l’ambiente, quali sono le possibili strategie tecniche per ricavarne energia e materiali utili, ma anche il destino che possono avere, nei sottoprodotti, importanti agenti patogeni di malattie infettive degli animali e dell’uomo. Un argomento per molto versi affascinante e “nuovo” per un veterinario».
Verona, 5 maggio 2012