A dirlo Francesco Massicci, Ispettore Capo dell’Ispettorato Generale per la spesa sociale della Ragioneria Generale dello Stato audito nel corso dell’indagine conoscitiva della Camera sulla sostenibilità del Ssn. Il risultato è stato raggiunto grazie a politiche di governance che non hanno intaccato la qualità dei servizi sanitari. La sostenibilità del Ssn ancora al centro delle audizioni delle Commissioni riunite Bilancio e Affari Sociali della Camera dei Deputati. Insomma la parola d’ordine deve essere il recupero dell’efficienza della spesa, senza inficiare la qualità dell’assistenza. Secondo quanto riferito da Massicci, grazie a un governo più efficace, negli ultimi anni la spesa sanitaria è diminuita: l’incremento medio è passato dal 7% al -0,8% dal 2000 al 2012. ”E ha aggiunto: attuare i piani di rientro della spesa sanitaria attraverso il taglio dei servizi è infatti ‘subdolo e sbagliato’. Grasselli: nessun motivo di giubilo nelle dichiarazioni di Massicci
Massicci dopo aver preso la parola per illustrare ai deputati presenti nella sala del Mappamondo della Camera l’architettura istituzionale che regola la nostra sanita, partendo dall’articolo 32 della Costituzione fino ad arrivare alla divisione della competenze in materia tra Stato centrale e Regioni è entrato nel campo che più gli è consono i numeri, dettagliando la situazione attuale della spesa.
“Grazie alla governance messa in atto negli ultimi anni si è potuto assistere a una sostanziale riduzione dell’incremento della spesa sanitaria, pur non intaccando il livello di qualità del servizio erogato”. Quindi il sistema, se governato bene, funziona al punto che “l’incremento medio annuo della spesa è stato del 7% fra il 2000 e il 2006 per passare all’1,4% tra il 2006 e il 2012”.
Ma le buone notizie non si esauriscono perché “la previsione per gli anni a venire, 2013-2015, è di un’ulteriore riduzione”, a causa ”delle misure di contenimento della spesa già deliberate e introdotte dal Parlamento”. Il trend secondo l’alto funzionario della Ragioneria generale dello Stato è confermato con una previsione di aumento annuo dell’1,4 per cento.
Massicci ha precisato che gli effetti della sentenza della Consulta sui ticket sono già scontati nei calcoli, e che l’ulteriore disaggregazione della spesa mostra variazioni annue del +2,5% fra il 2006 e il 2010 e del -0,8% fra il 20120 e il 2012.
L’alto dirigente della ragioneria generale dello Stato ha sottolineato come la Governance si sia rivelata uno strumento particolarmente efficace in ambito sanitario, “perche’ ha avuto la capacità di favorire, incentivare, fino ad imporre alle regioni comportamenti virtuosi nell’erogazione e la gestione dei servizi sanitari nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza” (Quotidiano sanita)
Massicci: spesa in calo senza intaccare i servizi
”Grazie alla governance messa in atto negli ultimi anni si e’ potuto assistere a una sostanziale riduzione dell’incremento della spesa sanitaria, pur non intaccando il livello di qualita’ del servizio erogato”. Lo ha detto Francesco Massicci, Ispettore Capo dell’Ispettorato Generale per la spesa sociale della Ragioneria Generale dello Stato, audito oggi in Commissione Bilancio e Affari Sociali della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica. In particolare, Massicci ha precisato ”che l’incremento medio annuo della spesa era stato del 7% fra il 2000 e il 2006 per passare all’1,4% tra il 2006 e il 2012, mentre la previsione per gli anni a venire e’ di un’ulteriore riduzione”, a fronte anche ”delle misure di contenimento della spesa gia’ deliberate dal Parlamento”.
Massicci ha sottolineato come la Governance si sia rivelata uno strumento particolarmente efficace in ambito sanitario, ”perche’ ha avuto la capacita’ di favorire, incentivare, fino ad imporre alle regioni comportamenti virtuosi nell’erogazione e la gestione dei servizi sanitari nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza”.
E la dimostrazione arriva dalle singole voci di spesa: ”per il personale sanitario dipendente e convenzionato – ha spiegato – la spesa annua del SSn e’ di 43 mld di euro, 36,5 dei quali per i dipendenti e 6,5 per il personale convenzionato. Fra il 2000 e il 2006 il tasso annuo di crescita di questa voce di spesa era pari al 5,4% per passare all’1,4% fra il 2006 e il 2010 e al -2,1% fra il 2010 e il 2012”. ”Un rallentamento – ha specificato – non influenzato da misure straordinarie come ad esempio il congelamento dei rinnovi contrattuali, ma dall’azione di razionalizzazione dei costi”.
Per quanto riguarda le prestazioni erogate dalle strutture private accreditate, Massicci ha riferito di una spesa pari a 23,5 mld che fra il 2000 e il 2006 vedeva un incremento medio annuo pari all’8%, sceso al 3,7% fra il 2006 e il 2010 e allo 0,6% fra il 2010 e il 2012, specificando che ”e’ ancora in corso una manovra per ulteriore riduzione di questa voce di spesa”.
La voce ‘Beni e servizi’, ”e’ il settore in cui sono previste le piu’ ambiziose manovre per il contenimento della spesa, gia’ programmate anche per il 2014”. ”Al netto dei farmaci – ha spiegato Massicci – la voce prevede una spesa annua di 21 mld il cui incremento annuo e’ passato dal 7,6% degli anni fra il 2000 e il 2006 al 2,8% fra il 2010 e il 2012”. Ma, ha, ricordato, una serie di manovre gia’ avviate o previste, puntano all”’obiettivo finale di una riduzione della spesa a regime di circa il 18%”.
Infine la farmaceutica: ”una spesa annua di 17 mld, 9 dei quali per quelli erogati da farmacie convenzionate, 8 per quelli acquistati da Asl e ospedali. Per quanto riguarda la prima voce – ha detto Massicci – gia’ fra il 2006 e il 2010 si era registrato un -3% nella spesa diventato poi -8,5% fra il 2010 e il 2012. E per il 2013 e’ prevista un’ulteriore manovra per 1,5mld”. Diverso il discorso per i farmaci acquistati da ospedali e asl ”per i quali, anche a causa di farmaci innovativi e particolarmente costosi come quelli oncologici, il trend di crescita nella spesa era superiore al 12% annuo, comunque ridotto al 4% nell’ultimo biennio. Inoltre, dal 2013 un tetto di spesa viene previsto anche per questo settore”. (Asca)
Massicci: «attuare i piani di rientro con i tagli ai servizi è subdolo e sbagliato»
Il Piano di rientro non può essere automaticamente sinonimo di riduzione dei servizi e delle prestazioni sanitarie. Attuare i piani di rientro della spesa sanitaria attraverso il taglio dei servizi è infatti ”subdolo e sbagliato”. Lo afferma l’Ispettore capo dell’Ispettorato generale per la spesa sociale della Ragioneria generale dello Stato, Francesco Massicci, in audizione nelle commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica. «I miglioramenti – spiega Massicci – devono avvenire attraverso la riorganizzazione dell’offerta sanitaria, gestionale e amministrativa». Massicci invita infine a leggere ‘i piani rientro’ dove c’è scritto che il taglio dei servizi è un modo ”sbagliato e subdolo di fare manovre”.
I piani di rientro, aggiunge l’ispettore, ”non sono solo finanziari ma anche di riclassificazione della spesa” e ”non peggiorano le situazioni ma le migliorano”.
Insomma la parola d’ordine deve essere il recupero dell’efficienza della spesa, senza inficiare la qualità dell’assistenza. Secondo quanto riferito da Massiccci, grazie a un governo più efficace, negli ultimi anni la spesa sanitaria è diminuita: l’incremento medio è passato dal 7% al -0,8% dal 2000 al 2012.
”Grazie alla governance – ha detto l’ispettore capo – messa in atto negli ultimi anni si è potuto assistere a una sostanziale riduzione dell’incremento della spesa sanitaria, pur non intaccando il livello di qualità del servizio erogato”.
Massicci ha precisato ”che l’incremento medio annuo della spesa era stato del 7% fra il 2000 e il 2006 per passare all’1,4% tra il 2006 e il 2012, mentre la previsione per gli anni a venire è di un’ulteriore riduzione”, a fronte anche ”delle misure di contenimento della spesa già deliberate dal Parlamento”.
Massicci ha sottolineato come la governance si sia rivelata uno strumento particolarmente efficace in ambito sanitario, ”perchè ha avuto la capacità di favorire, incentivare, fino a imporre alle Regioni comportamenti virtuosi nell’erogazione e gestione dei servizi sanitari nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza”.
“Il livello dei servizi erogati non è stato intaccato”, ha detto Massicci. Se oggi si spende meno e in modo più oculato, “la previsione per il futuro”, ha spiegato, “è che la spesa si ridurrà ulteriormente, in seguito a misure di contenimento già deliberate dal Parlamento”.
”A pagare il ticket – ha spiegato infine Massicci – sono solo il 30% degli assistiti dal Ssn”. Il gettito complessivo dei ticket è di 3 mld, di cui 2,3 per la specialistica e 0,6 per l’assistenza farmaceutica”. (Il Sole 24 Ore sanità)
3 ottobre 2013