Per il senatore del Pd l’universalità di accesso alle cure “va salvaguardata attraverso tutte le scelte di razionalizzazione possibili”. Ma “prima di pensare a nuove forme di compartecipazione o altre modalità di finanziamento”, occorre intervenire con urgenza sui punti deboli e ridurre gli sprechi irrazionali”.
“La crisi della sanità pubblica è una evidenza che denuncio da tempo. Il principio di universalità di accesso alle cure va salvaguardato in ogni modo, attraverso tutte le scelte di razionalizzazione possibili. Però, a mio parere, prima di pensare a nuove forme di compartecipazione o altre modalità di finanziamento, occorre intervenire con urgenza su alcuni punti deboli e ridurre gli sprechi irrazionali”. Ad affermarlo, in una nota, Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, riferendosi “prima di tutto ad eliminare i reparti ospedalieri inutili o doppioni spesso creati per affidare un incarico a un nuovo primario più che per reali esigenze. Che dire dei 35 reparti di emodinamica del Lazio di cui solo 6 attivi h24, o delle 20 cardiochirurgie della Lombardia? Si intervenga sulle speculazioni sull’acquisto di dispositivi medici, come pure sulla prescrizione di accertamenti diagnostici non necessari. In un recente sondaggio della Società Italiana di Chirurgia, infatti, il 78% dei chirurghi che hanno risposto ha sostenuto di aver fatto ricorso alla medicina difensiva, prescrivendo esami inutili solo per il timore di essere trascinato in tribunale”.
Per Marino bisogna anche “ridurre i rimborsi per gli interventi chirurgici, ad esempio rimborsando i parti cesarei con la stessa cifra dei vaginali, per poter risparmiare ed aumentare l’appropriatezza clinica”.
Infine, per riprogrammare la sanità pubblica “serve un reale coinvolgimento di chi vi opera con impegno e dedizione ogni giorno. Il governo – conclude Marino – si ponga all’ascolto, solo la voce qualificata di medici, infermieri e tecnici può permettere di individuare le aree in cui il Servizio Sanitario Nazionale può essere razionalizzato migliorandone l’efficienza, la qualità e anche risparmiando là dove vi sono sperperi della spesa pubblica
quotidianosanita.it – 30 novembre 2012