Sorpresa: il rapporto debito- Pil inverte la rotta e comincia a calare. Il fenomeno si verificherà dal terzo trimestre di quest’anno quando il fatidico rapporto, valido ai fini dei parametri europei, scenderà a quota 133,2 per cento: un anno prima era al 134 per cento.
A sancire l’inversione di tendenza, la prima in otto anni da quando a cavallo tra il 2011 e il 2012 l’Europa era investita dalla crisi, è il “combinato disposto” di un debito che cresce meno e di un Pil che segna un piccolo salto in avanti. L’allineamento sarà evidente da domani, quando l’Istat pubblicherà i dati definitivi del prodotto interno lordo del terzo trimestre dell’anno, che dovrebbero segnare una crescita dello 0,3 rispetto al trimestre precedente (quando fu piatta) e dello 0,9 rispetto a dodici mesi prima. L’altro dato emerso negli ultimi giorni è quello dell’entità del debito pubblico che a settembre, secondo le cifre della Banca d’Italia, si è attestato a 2.212,6 miliardi: la cifra in termini assoluti è elevata ma rispetto ad un anno prima, cioè al settembre del 2015, quando eravamo a quota 2.193,3 miliardi, l’incremento è stato di circa lo 0,9 per cento. Si tratta – questa la novità positiva rilevata da uno studio dell’economista Marco Fortis – di un incremento molto basso che segna un rallentamento della crescita del nostro debito pubblico: un fenomeno che non si registrava dal 2003, anno precedente alle crisi Usa ed europea.
Mettendo il debito al numeratore e il Pil al denominatore si ricava il fatidico rapporto debito- Pil, che nel terzo trimestre di quest’anno si avvia a scendere al 133,2 per cento contro il 134 per cento del terzo trimestre dello scorso anno. Una discesa del rapporto debito-Pil trimestrale pari circa a 0,8 punti percentuali su un anno. La discesa si conferma anche rispetto al secondo trimestre dell’anno, quando il rapporto era al 135,4 per cento e al primo quando era al 135 per cento. L’intero calcolo è per ora frutto di una proiezione che raffronta il debito del terzo trimestre (acquisito a settembre) con la media di crescita del Pil dei quattro trimestri che precedono l’ultimo noto, cioè il secondo di quest’anno, che è pari a 1.660 miliardi. Tuttavia, se domani verrà confermato un Pil in crescita nel terzo trimestre, il raffronto avverrà su dati omogenei e, con tutta probabilità, con una media superiore ai 1.660 miliardi di Pil del secondo trimestre.
Di conseguenza il rapporto debito-Pil potrebbe anche migliorare rispetto al 133,2 calcolato dallo studio. L’inversione di rotta del rapporto debito-Pil costituisce una cartuccia che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan potrà giocarsi nella difficile partita che vedrà l’Italia sotto giudizio in febbraio a Bruxelles per la valutazione della procedura d’infrazione. Naturalmente si tratta di dati ancora limitati ai trimestri, suscettibili di qualche sbalzo e che dovranno essere passati al vaglio dei criteri tracciati a consuntivo e relativi all’intero anno. Tuttavia l’inversione c’è. Per ora i dati con cui ci confrontiamo a Bruxelles sono quelli del Draft Budgetary Plan inviato nelle scorse settimane alla Commissione: dopo una piccola risalita a quota 132,8 nel 2016 nel 2017 si scenderà al 132,6. Ma l’inaspettata inversione potrebbe migliorare lo scenario.
Repubblica – 30 novembre 2016