Petizione con 170 adesioni spedita a sindaco, prefetto, vigili, carabinieri, Ulss22, Provincia, Lav e Francesca Martini. Appello della gente di Custoza: avvelenamenti ripetuti da due anni, i bocconi vengono distribuiti in tutta la frazione anche vicino al parco giochi
Sommacampagna. Si rivolgeranno a tutti: amministrazione, forze dell’ordine, enti e associazioni. Arriveranno anche a Roma, alla Camera dei deputati. I cittadini di Custoza non si fermeranno finché non scoveranno chi, da qualche anno, pone fine alla vita dei loro animali domestici con la peggiore delle torture: cani e gatti della piccola frazione immersa nel verde ingoiano infatti bocconi avvelenati, morendo tra atroci dolori. Gli ultimi due casi, di cui si era data a suo tempo notizia, circa un mese fa: nel giro di due giorni sono morti un maremmano e un jack russel, tra lo strazio dei padroni. I cittadini non si arrendono e hanno lanciato una petizione, che ha già la firma di 170 persone. Si cerca la soluzione di un problema, che arreca molto dolore nelle famiglie di chi perde il proprio animale. «Chiediamo che, dato il ripetersi di gravi episodi, le autorità competenti si attivino con un’indagine tra i proprietari terrieri, i cacciatori della zona, i responsabili della vigilanza venatoria e chiunque ritengano di voler incontrare. Speriamo che nonostante le difficoltà si tenti di arginare un problema che sta facendo soffrire e preoccupare molti cittadini». La petizione è rivolta al sindaco di Sommacampagna, alla polizia municipale, ai carabinieri e all’Ulss22, alla Provincia e alla Lega antivivisezione. Ma nell’elenco dei destinatari c’è anche l’onorevole Francesca Martini, ex sottosegretario alla sanità e attiva nel campo della tutela degli animali domestici. I proprietari di cani e gatti avvelenati vogliono andare in fondo alla vicenda e non sono rimasti con le mani in mano: hanno fatto ricerche, commissionato analisi e investigato, trovando forse una pista da seguire. «Molti di questi avvelenamenti», spiegano, «sono stati accertati dall’Istituto zooprofilattico di Verona, che ha verificato la presenza, nei tessuti degli animali morti, sempre dello stesso insetticida: l’endosulfan alfa e beta, acquistabile solo con apposito patentino e proibito in agricoltura, proprio a causa della sua elevata neurotossicità». L’endosulfan è un potente insetticida bandito in tutto il mondo. Dall’inizio di quest’anno ne sono vietati la vendita e l’utilizzo, per i gravissimi effetti provocati a persone, animali e ambiente nelle zone agricole trattate. Oltre che un reato penale (sia per il maltrattamento e uccisione di animali sia per l’avvelenamento del territorio), i bocconi avvelenati abbandonati a Custoza rappresentano anche un pericolo per la cittadinanza. Il piccolo jack russel aveva attraversato il parco giochi di Custoza, poco prima di morire: una zona frequentata da famiglie e bambini; il maremmano aveva percorso pochi metri sulla strada di campagna comunale della Casella, battuta da chi va a passeggio e che si inoltra nella zona di ripopolamento di lepri e fagiani. Nei pressi della Cavalchina era uscito in passeggiata Renato Lama, promotore della petizione, con il suo cagnolino, due anni fa. La bestiola morì per avvelenamento ed è uno dei casi accertati di morte per endosulfan. Dal quartiere di via Don Germano Malacchini, infine, nella primavera scorsa, i residenti avevano lanciato un allarme per il sospetto avvelenamento dei gatti della zona. «Siamo tutti preoccupati», spiega Simone Mazza, altro organizzatore della petizione, proprietario di un labrador. «Ho un cane anch’io e sono sensibile al problema. Il fenomeno non è circoscritto, ma diffuso ormai a tutta Custoza. È stata trovata una polpetta sospetta anche in località Valbusa. L’abbiamo fatta analizzare e contiene endosulfan».
L’Arena – 6 settembre 2012