Quando il bilancio sarà approvato, potrà essere distribuita anche la seconda tranche dei soldi chiesti dalla giunta Zaia in prestito allo Stato per pagare i debiti contratti dalle 24 aziende sanitarie con 7 mila fornitori, che dal 2001 avanzano 1 miliardo e 318.900.000 euro. Debito saldato in parte con la prima «rata» di 777 milioni di euro, erogata lo scorso settembre e alla quale seguirà un secondo e ultimo gettito di 860 milioni.
Si tratta di ammortamenti non sterilizzati, appunto debiti e interventi strutturali. «Contiamo di versare la quota conclusiva entro fine mese — spiega Roberto Ciambetti, assessore al Bilancio — i soldi ci sono, la voce è a bilancio. Restituiremo il prestito al governo in trent’anni, con rate a un tasso di interesse compreso tra il 3,15% e il 4%. La prima, di 47 milioni di euro, sarà onorata quest’anno, mentre quella del 2015 salirà a 80 milioni. Si tratta di un’operazione onerosa per le casse della Regione, che però abbiamo voluto fare perchè intendiamo avere i conti in ordine. Discorso che vale anche per le Usl, d’ora in avanti tenute a rispettare i budget loro imposti, senza contrarre altri debiti».
La situazione è disomogenea: le più indebitate sono le Aziende ospedaliere di Verona e Padova, seguite dalle Usl di Venezia, Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, mentre Feltre, Bassano e Thiene hanno già azzerato l’arretrato. In mezzo Bussolengo e Pieve di Soligo, meritevoli di pagare entro 30 giorni: bene anche Treviso, giunta ai 60 di legge. «Stiamo pagando i fornitori in ordine cronologico, partendo cioè dai debiti più vecchi — chiarisce Ciambetti —. Alcuni hanno già ricevuto tutto l’importo dovuto, altri saranno definitivamente saldati con la seconda tranche del prestito». Una copertura che pone fine alle proteste, anche di piazza, inscenate dai fornitori fino all’anno scorso.
«Il governatore Luca Zaia ha mantenuto la parola e gli impegni presi, bisogna dargliene atto — commenta Marco Dal Brun, amministratore delegato di «Iniziativa Medica» di Monselice, che eroga prestazioni specialistiche, e presidente del comparto Sanità per Confindustria Veneto —. Questa operazione è particolarmente significativa perchè, è bene sottolinearlo, riguarda la fornitura di servizi, presidi e dispositivi medici, non prestazioni fornite dai privati. In ballo ci sono importi pesanti, che gravano sui bilanci di imprese più o meno grandi e poterli finalmente incassare vuol dire respirare una boccata d’ossigeno. E’ vero, con la Regione c’è poco dialogo — prosegue Dal Brun — ma almeno l’arrivo di questi soldi permetterà ai fornitori di allentare un po’ la pressione con le banche e i dipendenti».
Le realtà più piccole avevano infatti denunciato il rischio di chiusura, mentre quelle più strutturate, che rivendicavano anche un milione di crediti, avevano più volte lamentato l’impossibilità di fare nuovi investimenti. Ora l’emergenza sembra destinata a rientrare.
Corriere del Veneto – 7 marzo 2014