Vendere, vendere, vendere. In principio furono gli immobili (le aste sono andate deserte ma la speranza è l’ultima a morire e ora si va a trattativa privata), poi toccò alle società «inutili» (Ferrovie venete, Società Autostrade di Alemagna, Rovigo Expò, Insula, College Valmara Morosini, Sis), ora è il momento delle partecipazioni a grappolo, ossia quelle detenute dagli enti strumentali e dalle controllate della Regione in enti, società e organismi vari.
Una galassia intricata a tal punto da correre il rischio di perdercisi, quella di «Palazzo Balbi spa», in cui la giunta sta tentando di mettere ordine da più di 3 anni, senza grande fortuna. Ieri altre due delibere, che rimandano però a tempi futuri (si parla di un paio di mesi ancora) per decisioni definitive e tagli reali, dopo quelli già più volte annunciati, anche in consiglio regionale.
Il primo provvedimento fissa i principi e i criteri a cui dovranno attenersi i 24 «enti strumentali» della Regione (come Veneto Agricoltura, Avepa, gli Enti Parco, gli Esu o le Ater) nella stesura dei piani di razionalizzazione, riordino e riduzione che dovranno dimezzare le loro partecipazioni, che oggi sono 53. A partire, ovviamente, da quelle con i conti in rosso. Il secondo, invece, è rivolto alle società partecipate (come Veneto Sviluppo, Veneto Strade, Autovie o le immobiliari) e pure punta a tagliare le partecipazioni dalle attuali 71 a 30.
«Continua l’opera di ottimizzazione, semplificazione e riduzione dei costi dell’intero apparato regionale – sottolinea il presidente Luca Zaia -, un’azione forte e di proporzioni mai viste nell’ultimo decennio, un processo irreversibile che la giunta intende sostenere con determinazione. Gli odierni provvedimenti derivano da una articolata azione ricognitiva che proseguirà anche nei prossimi mesi, permettendoci di lavorare su precisi criteri di rilevanza e opportunità strategica delle partecipazioni». Aggiunge l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti: «In attesa della riorganizzazione complessiva degli enti strumentali, prevista da una legge del 2011, abbiamo avviato un’azione finalizzata a monitorare e recensire le partecipazioni detenute dagli stessi. Anche alla luce della recente normativa che ha introdotto il pareggio di bilancio e il rispetto dei vincoli finanziari dell’Ue, un intervento in questo settore non è più rinviabile».
Corriere del Veneto – 29 ottobre 2013